Vandalizzata targa in memoria di Norma Cossetto

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Vandalizzata l’appena inaugurata targa in memoria di Norma Cossetto a Genova nel quartiere di Oregina. Già stamattina erano diversi gli esponenti del centrodestra e della Lega che esclamavano “Vergogna!” contro chi ritenevano responsabili, ossia i “compagni” dei centri sociali genovesi. Dal nostro punto di vista, ammesso che siano questi i responsabili, gli antagonisti non devono vergognarsi per niente: per la sinistra, per quella estrema ma anche per molti esponenti della sinistra istituzionale e associazioni e società (in)civile a essa legata, quella targa rappresenta il nemico – fosse anche una giovane donna rapita ai suoi cari, seviziata e infoibata-, il ricordo del nemico, e una provocazione perché piazzata in un quartiere rosso e davanti a una stele dedicata ai partigiani. Quindi hanno fatto il loro “dovere”.

Dovere del centrodestra, della Lega e della destra istituzionale dovrebbe essere rispondere con convegni, conferenze, con delibere comunali e regionali per distribuire nelle scuole e nelle biblioteche libri sulle Foibe e l’Esodo, sensibilizzando Comuni, Municipi e biblioteche pubbliche a comunicare ai cittadini la storia delle terre italiane d’Istria e della Dalmazia e dei suoi abitanti, specie ora che su questi fatti dimenticati per decenni soffia da sinistra e dall’ANPI un vento giustificazionista, riducente in maniera faziosa le Foibe alla “sola reazione ai crimini del Fascismo”, e mascherando così la realtà del disegno egemonico di Tito su quelle terre, perseguito senza scrupoli dalla sua polizia politica, la famigerata OZNA, con l’uccisione sistematica dei “nemici del popolo”, stragi che non videro vittime solo tra gli italiani, ma anche e soprattutto tra gli sloveni, croati e serbi, stessi, assassinati e gettati in foibe e miniere. Questo è il dovere della politica. Il resto sono chiacchiere, una targa vandalizzata e due righe di facile indignazione.

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1 commento

  1. Animali schifosi, privi dì senso della storia, che non conoscono. Meriterebbero dì perdere il diritto dì cittadinanza, individui come questi non noverebbero neppure poter votare.

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