Con Mede@ e la cultura contro la violenza di genere e in genere

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Oggi è la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Palazzo Chigi si illumina di rosso con i nomi di 104 donne che sono state uccise nell’ultimo anno. (Redazione)

Mede@ (progettomedea.org) è un’associazione di rilievo nazionale per la lotta contro i fenomeni di violenza in genere (abusi, molestie, bullismo, cyber bullismo, stalking) e di genere. Il 22 novembre a Roma nel giardino di Villa Laetitia, Lungotevere delle Armi 22/23, dalle 19.30 si è tenuto il Premio Mede@ 2022. Gran Galà per la solidarietà (madrina Anna Fendi), terza edizione del Premio Mede@ contro la violenza di genere ed in genere, consegnato a quelle personalità che in vario modo e in vari settori, dall’arte alla cultura allo spettacolo, hanno contributo alla lotta alla violenza o si sono impegnate a prevenirla. Ha presentato la brava e bella Simona Gobbi. Fra i premiati Paola Radaelli, Presidente UNAVI-Unione Nazionale Vittime e Paola Frassinetti, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Meriti. La giuria era composta da giornalisti, imprenditori, magistrati, avvocati, scrittori, personalità istituzionali e dello spettacolo (edizione 2022: Saveria Mobrici, Fabrizio Mechi, Edoardo Sylos Labini). Ne abbiamo parlato con il Presidente di Mede@, Daniele Natalizia.

Presidente, può darci qualche anticipazione su questa terza edizione del Premio?

Quest’anno l’edizione si è aperta con un riconoscimento per tutti i professionisti che si impegnano per concretizzare i progetti a favore delle persone vittime di violenza e sottolineo che sono tutti volontari. Si entrerà nel vivo della serata con l’assegnazione del Premio Mede@ a personalità delle istituzioni, della cultura, dell’industria e dello spettacolo. A differenza dell’edizione precedente, la celebrazione per le premiazioni è avvenuta durante una serata di Gala.

Qual è il suo punto di forza?

Mede@ è riuscita in questi anni a raggruppare trasversalmente diverse anime politiche anche agli antipodi, le ha unite per un fine comune e cioè contrastare la violenza di genere ed in genere . Sette anni fa è stata fondata Mede@ da cinque uomini ,fatto unico quando si parla di violenza sulle donne, il cui unico scopo era il contrasto alla violenza di genere. L’obiettivo è sempre stato coinvolgere gli uomini in questa “battaglia”, contro la violenza sulle donne e non solo. Unendo le forze di tutti si può diffondere più velocemente la cultura della non violenza.
Tre sono i pilastri che caratterizzano le attività di Mede@:

  1. Prevenzione, come la campagna EMME nelle scuole con attori, attrici, personaggi social e istituzioni che periodicamente fanno formazione ed informazione.
  2. Protezione, attraverso sportelli presidiati da psicologi e avvocati per un supporto immediato e da medici che si prendono cura dei casi.
  3. Progettazione, con programmi rivolti a donne vittime di violenza per renderle autonome economicamente attraverso posti di lavoro dedicati e protetti e  piani formativi per aumentare la loro autostima anche attraverso corsi di autodifesa.

Fondamentali sono le anime che compongono questa squadra, dagli avvocati Alberto Polini, Anita Mangialetto, Niccolò Casinelli, Alessandro Diotallevi alle dottoresse Anna Calabresi, Susanna Loriga, Catia Acquesta, Simona Gobbi, Laura Mazza, D. Chiusaroli, Caterina Fusco, passando per i dottori Miche Polini, Giampaolo Emili, Salvatore Grisia, Pietro Vavalli, Andrea Sommavilla, Emilio Alfieri, Giovanni Frasca, senza dimenticare i professionisti che in tutta Italia concentrano i loro sforzi negli sportelli e nelle sedi Istituzionali.

Fra i vostri progetti di prevenzione c’è Mede@ per l’arte: in che misura l’arte può aiutare a percepire i sentimenti delle vittime e scuotere le coscienze?

L’arte ha sempre messo al centro dell’opera pittorica la figura femminile: dall’enigmatico sorriso della Gioconda di Leonardo alla esaltazione della bellezza e del candore della Venere di Botticelli. Abbiamo pensato anche al primo processo per stupro che fu istituito dopo la presentazione della denuncia da parte della pittrice  Artemisia Gentileschi: violentata da un suo collega e  profondamente traumatizzata, diede vita al capolavoro Giuditta che decapita Oloferne. Opera certamente riferita alla violenza subita. Abbiamo nelle tele di pittori come Tiziano (Il Miracolo del marito geloso ) e Tintoretto (Tarquinio e Lucrezia) e nella scultura (Il Ratto di Proserpina del Bernini): storie ricorrenti di abusi dell’uomo sulla donna, come purtroppo accade ai giorni nostri. Ecco perché Mede@ per l’Arte: ogni forma di comunicazione può essere fondamentale per sensibilizzare le persone a unirsi contro le violenze

L’Associazione opera anche a livello di proposte legislative: a cosa state lavorando attualmente?

Tra i suoi molteplici obiettivi di contrasto alla violenza, ha creato un vero e proprio “dipartimento” che si occupa della disciplina legislativa delle misure di contrasto alla violenza di genere ed in genere. Tale dipartimento, con a capo gli avvocati Alessandro Diotallevi ed Alberto Polini, ha già da tempo contribuito, in vario modo, alla preparazione, anche, con un protocollo ad hoc siglato con la Camera Penale Militar, presieduta dall’avvocato Saveria Mobrici,  alla preparazione della proposta normativa relativa al  “codice rosso militare” . Di prossima pubblicazione è una nuova proposta di legge, il cui campo di intervento è quello del luogo di lavoro, dove statisticamente avvengono la maggior parte delle violenze di genere. Una proposta rivoluzionaria che intende ampliare, integrare  e migliorare uno schema di legge già in vigore, quello del Decreto Legislativo 231/2001 che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridiche.

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