Un incontro in musica con Adriana Bruni, artista del canto e interprete appassionata della tradizione musicale napoletana, ma non solo. Ha viaggiato in tutto il mondo calcando le scene di teatro, canzone e dell’operetta, dalla sua Napoli, alla Germania, dall’Egitto agli Stati Uniti. Custodisce nel suo dna il genio artistico di un simbolo di Napoli e dell’identità musicale italiana, è la figlia del grande Sergio Bruni, all’anagrafe Guglielmo Chianese, cantautore, compositore, chitarrista, poeta; è proprio con il cognome originale del padre che Adriana inizia la sua carriera, perché il papà non voleva che nessuno in famiglia intraprendesse professionalmente la strada della musica, difatti Adriana ha dovuto faticare molto per convincere il padre, che le sue qualità fossero giuste per conquistare un piccolo spazio accanto a lui.
Il maestro Bruni ad un certo punto le disse: “Se vuoi fare l’artista seriamente allora dovrai lavorare con me, ma solo perché sei brava e dovrai sempre dimostrare rigore”. Adriana ha potuto così assorbire la maestria di Sergio Bruni, ma il ricordo corre alla sua mamma Maria Cerulli anche lei amante del canto, che fece un passo indietro, rinunciando alla sua carriera per supportare completamente il marito e accompagnarlo dietro le quinte della vita artistica: “Papà adorava mamma, ma le chiese di sostenerlo nel lavoro, rinunciando però alla ribalta, lei fece non un passo indietro ma mille, e si dedicò a lui, mettendo da parte il suo talento, ma papà senza mamma, non faceva un passo, lei era la prima ad ascoltare le canzoni di papà e l’unica che poteva criticarlo, e sì, perché papà era un grande artista ma aveva pure un certo carattere, non facile; io e le mie sorelle Michela, Annamaria e Bruna abbiamo portato avanti la tradizione artistica familiare ognuna nel suo campo ma all’inizio se fosse stato per papà non avremmo fatto nulla”.
Sei figlia d’arte e hai talento questo ti ha facilitato?
Il talento probabilmente sì, eredità dei miei genitori, certo mi aiutato, invece essere figlia d’arte no o comunque ho dovuto necessariamente affrontare delle prove anche difficili; papà non voleva che io lavorassi nel mondo della musica e dovetti emigrare, andare via da Napoli, e non potevo utilizzare il cognome d’arte di papà, è stato un lento processo di conquista della sua stima, che poi mi ha portato ad affiancarlo in scena, dopo che ha accettato il mio desiderio di fare la cantante, non è stato facile gestire il peso del suo gran nome, così come in certe occasioni non era semplice emotivamente affrontare platee di oltre 12.000 spettatori, che erano lì per lui, dovevo sempre dimostrare in primo luogo a lui che meritavo di essere lì; papà qualche volta s’inteneriva, e mi aiutava e tranquillizzava in palcoscenico, però poi me lo faceva notare!
Cosa ha rappresentato collaborare con un grande artista come Sergio Bruni?
Come figlia umanamente tantissimo, come artista mi sono sentita privilegiata perché ho potuto immergermi nella sua immensa arte. Sai che mi disse Nino D’Angelo?: “Adriana ti rendi conto che stai facendo il controcanto a Sergio Bruni?” Io lo sapevo che era un macigno sulla testa e quindi sentivo la responsabilità, non potevo fargli fare brutta figura, ed è grazie a questo mio modo di essere, che poi mi sono fatta notare e ho avuto una mia autonomia artistica.
È vero che il maestro Riccardo Muti è un grande ammiratore di tuo padre?
E non solo lui! E si, è stato un grande fan di papà, Muti diceva di lui: “Ai miei allievi dico sempre che per imparare a cantare bisogna studiare Sergio Bruni”. Eduardo De Filippo disse a papà – e te lo dico in napoletano come lo disse Eduardo: “A ggente saje che dice? Ca tu sì ‘a Voce ‘e Napule. E saje che dice pure? Ca Napule songh’io! Si tu si ‘a voce ‘e Napule , Napule songh’io, chest’ che vene a dicere? Ca tu si ‘a vocia mia!”… E Charles Aznavour disse: “Bruni è un caposcuola a livello di Sinatra, Trenet, Chavalier”. E Mogol: “Sergio Bruni e uno dei più grandi artisti italiani, mentre gli altri cantavano a squarciagola lui con un filo di voce riusciva ad emozionare”… Potrei continuare consiglio di leggere il libro di mia sorella Bruna, dove ci sono aneddoti, citazioni, curiosità.
Tuo padre amava profondamente il mare è vero?
Amava moltissimo il mare, era innamorato del mare e della sua Napoli… Sai che faceva ogni giorno prima di tornare a casa? Andava in via Caracciolo si fermava di fronte a Castel dell’Ovo e respirava l’aria di mare, respirava la sua città, la sua Napoli.