ABBONATI A CULTURAIDENTITA’
Rimanere sconcertati dalla presenza di truppe sabaude allocate di fonte alle porte del Regno Leonino è un immagine che ciascun lettore idealizza nel corso dell’apprendimento della storia risorgimentale, ma i cannoni a gettata limitata direzionati sulle alte cinta difensive non preoccupavano lo stesso Pio IX, che seppur aveva progettati un sistema difensivo basato su truppe di Zuavi al comando del generale Kanzler, uomo dotato di un senso dello Stato ma non di mezzi necessari alla difesa ad oltranza del suolo pontificio, non era preoccupato da un possibile scontro diretto volto al massacro dei ministri della Chiesa.
La volontà dei Savoia di accerchiare la città pionina non era quella collegato alla carcerazione del Papa o alla sua uccisione, poiché nel corso delle sequenze belliche che vedevano avamposti mobili anche lungo le alture gianicolensi si prestava molta attenzione a non invadere il luogo sacro di residenza papale con inutili spargimenti di sangue, tanto che lo stesso Bixio veniva più volte esortato a non procedere oltre al soglio predeterminato. Con questo non voglio tralasciare fatti storici che vedevano le batterie del Reggimento di artiglieria di Pisa aprire fuoco su Porta Pia o l’ avanzata del 34° battaglione Bersaglieri, ma mi piacerebbe puntualizzare che lo stesso Cadorna aveva avuto ordine di perseguire il gioco tattico della resa condizionata, tanto che il generale Kanzler dovette accettare solo dopo la prima forma di invasione che provocò pochi decessi all’interno della Città Santa.
Era evidente come le mire del Re fossero incentrate su un accordo che potesse porre le basi per un’alleanza politico militare, ma soprattutto una vera e propria concertazione a difesa da eventuali attacchi provenienti dai regni nordeuropei legati alla figura papale soprattutto per il ruolo di rappresentante di Cristo in terra, un titolo che non poteva essere disconosciuto da decreti regi o limitato da Leggi delle Guarentigie.
Rimane pertanto tattico per Cadorna non andare oltre la resa dichiarata del Papa, che osteggerà le mire espansionistiche referendarie del governo piemontese con il “non expedit” un vero invito alla popolazione romana a partecipare alla vita politica frutto della legge Siccardi che nel 1873 aveva obbligato lo Stato alla stesura di leggi per la separazione dei due Stati conseguenza di una chiusura del Papa che si protraeva oramai da tempo.