Grande attesa per l’apertura, stasera alle 21:30, dell’undicesimo Festival delle Città Identitarie. A ospitare quest’anno la kermesse è Chioggia, la «Piccola Venezia» (anche se i chioggiotti ci tengono a dire che è Venezia una «grossa Chioggia»), nel suo pregevole Chiostro del Museo Diocesano. A dare il benvenuto al pubblico e ai tantissimi ospiti il padron di casa, il sindaco Mauro Armelao.
Quindi, il direttore Edoardo Sylos Labini, come ogni edizione, prenderà le redini, guidando il pubblico alla scoperta della storia e dell’identità cittadina coi suoi simboli. Insieme alla musica dal vivo del maestro Sergio Colicchio e la chitarra di Daniele Stefani, con la sua “Italiani”, inno del festival delle Città Identitarie, Sylos Labini inizierà raccontando i geni della meccanica medievale, Jacopo e Giovanni Dondi dell’Orologio, creatori dell’Orologio della Torre di Sant’Andrea, il più antico del mondo ancora funzionante. Un viaggio nel genio italiano assieme allo storico Angelo Frascati.
Sarà quindi il turno di Debora Caprioglio. L’attrice, nata a Mestre ma profondamente legata a Chioggia, ha raggiunto la notorietà cinematografica con Tinto Brass prima di dedicarsi al teatro, in particolare a quello di Carlo Goldoni. Il rapporto di Chioggia con il teatro è strettissimo: Chioggia è la città del teatro, con l’impronta goldoniana e i natali della Divina, Eleonora Duse. Con la Caprioglio, la cui carriera è iniziata con l’erotismo di Tinto Brass, si parlerà anche della Legge Merlin (del resto, la senatrice Lina Merlin era nata poco distante da Chioggia, a Pozzonovo) e delle figure femminili goldoniane, che mantengono vivo il legame tra tradizione e innovazione artistica.
Un momento particolare della serata verrà dedicato ai fratelli Aldo e Dino Ballarin, calciatori chioggiotti del Grande Torino, vittime della tragedia di Superga nel 1949. Nicoletta Perini, nipote di Dino, che insieme alla sua famiglia ha allestito una sala del Museo Civico in ricordo dei due grandi atleti, racconterà come questi “due figli di questa terra di mare e di fede” portarono il nome di Chioggia “fino alle vette del calcio italiano”, trasformandosi da simboli di gloria in simboli di tragedia.
Concluderà la prima serata della kermesse, il conferimento del Premio Artisti 2025 a cura della Fondazione Effetto Arte di Sandro Serradifalco alla pittrice di Mestre Sara Medea. Anche quest’anno viene così rilanciato il profondo legame fra arte e identità che le Città Identitarie vogliono rappresentare, non solo conservando e valorizzando il passato, ma anche promuovendo gli artisti contemporanei, che un giorno diventeranno patrimonio delle generazioni future.
Appuntamento stasera al Chiostro del Museo Diocesano ore 21.30. Ingresso gratuito.
