«Il fascismo è storia finita, il pericolo non è più questo. Basta con questa balla!». Questa intemerata di Massimo Cacciari a Scanzi su La 7 qualche mese fa potrebbe fare da complemento del titolo dell’ultimo libro di Daniele Capezzone che troviamo in tutte le librerie da oggi. Titolo: “E basta con ‘sto fascismo”. Sottotitolo: “Cari compagni ci avete rotto” (Edizioni Piemme, 256 pagine).
Manca solo un supporto visivo, come il disegno di Batman che molla un ceffone a Robin e sopra la nuvoletta con la frase a caratteri cubitali e due o tre punti esclamativi. Perché se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere. L’ossessione del fascismo in assenza di fascismo è un evergreen dei compañeros in servizio permanente effettivo, soprattutto da un anno a questa parte: “Ogni episodio, non importa se vero, verosimile, presunto, inventato, che possa essere funzionale a infilare a forza una metaforica camicia nera alla destra è immediatamente esaltato e ingigantito a sinistra” (dall’introduzione del libro). E pazienza se poi lo stesso Daniele Capezzone è stato vittima di una aggressione all’università di Roma da parte di gruppi dell’estrema sinistra che volevano impedire lo svolgimento di un convegno di studenti di destra che lo avevano invitato a parlare. Perché quel che manca in Italia è il diritto al free speech senza paura di farsi mettere la mordacchia dai talebani de noartri, che hanno messo in moto la reductio ad hitlerum anzi la fascistizzazione perenne con l’obiettivo lampante di reprimere il dissenso soprattutto se viene esercitato con l’ironia, che è l’arma dei più intelligenti. Che devono usarla contro quelli che si autodefinivano i più intelligenti di tutti. L’agenda “progressista” è davvero potenzialmente pericolosa e non va sottovalutata: conformismo, omogeneizzazione, rifiuto della differenza e del pensiero critico si rovesciano su quelli che una volta dicevano di volerli difendere insieme alla classe lavoratrice. Oggi si è rovesciato tutto e il libro di Capezzone non è solo una denuncia, ma anche un fermo invito a contrastare questa deriva da psico-polizia totalitaria attraverso soluzioni concrete: un invito che l’autore rivolge direttamente al centro destra, con una riflessione su cosa dovrebbe fare a livello culturale e politico. Sveglia centrodestra!, dice Capezzone: urge combattere contro i nuovi puritani del pensiero debolissimo, servono combattenti della libertà, freedom fighters sorridenti, non ideologici, non pallosi, perché in ballo c’è la libertà contro la paura.
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“Il più bello esemplare di fascista in cui ci si possa oggi imbattere (e ne raccomandiamo agli esperti la più accurata descrizione e catalogazione) è quello del sedicente antifascista unicamente dedito a dar del fascista a chi fascista non è.” (L. Sciascia).
Se si continua a scavare ancora, mettendo all’angolo l’ideologia rossa, non sarà difficile scoprire che i mafiosi che volevano morti Falcone e Borsellino erano annidati in quella procura. Insomma, senza voler sfogliare le pagine scritte con il sangue dei nostri due eroi, in quella procura si stava mettendo a punto il modo di come entrare, e restarci, nei palazzi che contano del potere politico domestico. Con Occhetto che si apprestava a fare man bassa di voti alle politiche del ’94 con la sua “gioiosa macchina da guerra”. Ma la sinistra tutta non aveva fatto i conti con l’indomabile imprevedibile ch’è sempre in agguato… ovverosia la discesa in campo di Berlusconi.