Ascoli Piceno

Ascoli Piceno

Ascoli, «Salotto d’Italia» scolpito nel travertino

Il comune piceno è uno scrigno di bellezza e tradizioni nel cuore delle Marche

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«Per reverentia et devotione de quillo che prega Dio ad omne hora per salute et defensione del comune et de lu populo d’Asculi». Inizia così il bando di gara che, nel Medioevo, annunciava la festa di Sant’Emidio e, sempre in omaggio al Santo Patrono, la Quintana, la giostra cavalleresca che ancora oggi anima una delle rievocazioni storiche più amate e seguite d’Italia.

Basta fare due passi tra le splendide vie – le cosiddette «rue», particolarmente care a residenti e visitatori – per rendersi conto che, anche a distanza di qualche secolo, Ascoli Piceno resta ancora terra di tradizioni vive e particolarmente sentite, tramandate di generazione in generazione.

Nel sud delle Marche, incastonata tra l’Appennino e il mare Adriatico, sorge la città di Ascoli. Uno scrigno di bellezza senza tempo, custode di un’identità millenaria che si respira in ogni angolo di un centro storico capace di regalare scorci mozzafiato e ricordi da custodire per sempre nel cuore. La sua architettura elegante, plasmata nel travertino locale, e il suo sconfinato patrimonio culturale sono il frutto di un percorso le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Dalla mitica fondazione ad opera dei Sabini guidati da un picchio al periodo romano, passando per le torri gentilizie di epoca medievale che ancora oggi svettano fiere nel cielo, Ascoli ha attraversato secoli di storia con una spiccata identità cittadina, forgiata giorno dopo giorno.

Il cuore pulsante della città? Piazza del Popolo, che incanta con la sua armonia rinascimentale, dominata dal Palazzo dei Capitani del Popolo, dalla chiesa di San Francesco e dal celebre Caffè Meletti, storico ritrovo di intellettuali e artisti. Nel «Salotto d’Italia»,  pavimentato – ovviamente – in travertino, il tempo sembra essersi fermato. A pochi metri di distanza c’è Piazza Arringo, altro gioiello tipicamente ascolano, con la Cattedrale dedicata a Sant’Emidio e Palazzo Arengo, sede del municipio e dei capolavori custoditi dalla Pinacoteca Civica. Nel giro di pochi metri, palazzi nobiliari, chiese e monumenti testimoniano la ricchezza di una città che, negli anni, ha saputo conservare e valorizzare al meglio la sua inestimabile ricchezza culturale.

Una ricchezza capace di andare oltre la storia, insinuandosi nelle suggestive tradizioni locali. Prima fra tutte la Quintana, che nel 2024 ha celebrato il suo Settantennale in una serie di iniziative volte a promuovere le tradizioni culturali e la passione dei sei sestieri cittadini anche al di fuori dello spettacolo che solo il Campo dei Giochi è in grado di trasmettere, giostra dopo giostra.

Arte, cultura, architettura, enogastronomia: Ascoli rappresenta al meglio l’orgoglio di una comunità che si riconosce nelle proprie tradizioni, che custodisce gelosamente la sua identità e che, nella consapevolezza di un passato ricco di storia, non rinuncia a guardare con fiducia al futuro.

In fondo, oggi come in passato, a fare la differenza sono le idee e i progetti che vengono messi in campo. E in fatto di idee, la «Città delle Cento Torri», patria di menti brillanti come quella di Cecco d’Ascoli, non ha nulla da invidiare. Grazie a una visione estremamente chiara, Ascoli ha scelto di diventare protagonista di un cambiamento in chiave innovativa e di guidare consapevolmente le sfide da affrontare da qui ai prossimi anni, aprendosi al mondo per condividere identità e valori con visitatori e potenziali nuovi residenti da ogni angolo del pianeta.

Non a caso, il Comune di Ascoli è quarto in Italia per fondi PNRR ottenuti e, nei prossimi mesi, assisterà alla realizzazione degli ambiziosi progetti di riqualificazione urbana messi in campo per dare nuovo impulso al territorio. Inclusione sociale, transizione ecologica, digitalizzazione e innovazione rappresentano i cardini di un progetto di città a misura di futuro e in linea con le esigenze espresse dalle nuove generazioni. Idee chiare e radici ben salde, per reverentia et devotione: visitare per credere. [Emidio Bollettini]

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