Ercolano

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Ercolano, orgoglio di un mito all’ombra del Vesuvio

Il dinamico sindaco Ciro Buonajuto sta rilanciando la storica cittadina campana Considerato uno dei borghi più belli d’Italia, è fiore all’occhiello del turismo calabrese

Ercole la creò nel mito, il Vesuvio la distrusse insieme a Pompei nella storia. Ma il legame tra Ercolano e il vulcano supera il tragico episodio di distruzione (anzi, il duplice episodio, considerando anche l’eruzione del Seicento) e si manifesta nel corso dei secoli come un amore carnale: da Ercolano si diparte la strada che sale fino al gran cono del Vesuvio. E lì a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento si svilupparono le attività scientifiche dell’Osservatorio Vesuviano.

Recentemente un comico come Luca Bizzarri, volendo polemizzare con il ministro Sangiuliano in riferimento a Paestum, si è un po’ ingarbugliato tra Magna Grecia, Grecia e Italia… quasi a voler fare della Magna Grecia una realtà separata da quello che sarebbe stato lo sviluppo della cultura nazionale italiana. Proprio Ercolano con il suo inestricabile intreccio di italicità, grecità, romanità dimostra come da Sud verso Nord l’Italia prenda forma attraverso sintesi organiche che ormai fanno una Unità.
La greca Ercolano divenne sotto l’Impero Romano luogo di potere e di gioia di vivere. La Basilica Augustea e le Terme sono i simboli di queste due polarità. La forza che sempre trionfa sulle più terribili devastazioni fu quella che spinse gli abitanti di Ercolano a ricostruire la loro comunità urbana pochi decenni dopo l’eruzione del 79. In questo senso Ercolano – divenuta poi Resina – manifestò una capacità di riscatto superiore a quella della stessa Pompei.

Un riscatto che si imporrebbe anche oggi? Abbiamo parlato col dinamico sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto, che ci parla della necessità di “coniugare la nuova frontiera delle comunicazioni e del virtuale – quella che ad esempio ha portato a inaugurare il Museo Archeologico Virtuale – e le infrastrutture necessarie a partire da quella ferroviaria. Nessuna città d’arte italiana può concepirsi come un gioiello isolato: prioritaria è la necessità di concepire una agile rete all’interno della quale il turista possa muoversi e soddisfare la sua voglia di conoscere. Chi viene a Pompei ed Ercolano magari ha interesse ad ammirare anche i Bronzi di Riace ed ormai è tempo di creare una connessione efficiente che renda possibile realizzare senza troppi sforzi questo desiderio”.

Nel corso dell’Ottocento Ercolano fu luogo di elezione della modernizzazione al Sud: prima con la borbonica ferrovia Napoli-Portici, poi con le realizzazioni di età post-unitaria: la funicolare, l’acquedotto vesuviano. Anche oggi il modo migliore per celebrare le Antichità è quelle di inserirle in una cornice di modernità. Il “miglio d’oro” – meraviglioso percorso tra le aristocratiche Ville Vesuviane del Settecento che si sviluppa da Ercolano – merita di essere proiettato nel XXI secolo con tutti gli strumenti della comunicazione, del marketing e della organizzazione turistica grazie all’arrivo del Presidente Gennaro Miranda. Così le porte della splendida Villa Campolieto apriranno a un ricco e imperdibile cartellone di eventi estivi diventando sempre più luogo identitario di aggregazione per la comunità e per i turisti che vengono ad ammirarla.
Alfonso Piscitelli