Isola del Liri

Isola del Liri

Isola del Liri: acqua, energie, fabbriche

Nasce dalla sua imponente cascata la cittadina laziale, fra bellezze naturali e archeologia industriale

Una città anomala, particolare, che nasce in luogo insolito, letteralmente immersa nelle acque del fiume Liri. In mezzo, in alto su un costone roccioso, il Castello Boncompagni-Viscogliosi divide il corso del fiume, che a destra degrada con una cascata a gradoni di roccia, mentre a sinistra irrompe verso il basso con un salto di quasi trenta metri, di pura energia idraulica: la Cascata Grande a balzo unico, fragorosa e potente. Qualcuno posizionò alla base del salto una ruota di legno, una ruota di mulino collegata a un albero a camme: il moto da rotatorio divenne verticale, e le mazze di legno andarono a pestare stracci e altri materiali insieme all’acqua. Nasce la fabbricazione della carta, e di fianco alla fabbrica nasce la città, sull’isola circondata dal Liri; isola che si riempie di altre fabbriche, come lanifici e concerie, tutte produzioni legate all’uso delle acque dei fiumi Liri e Fibreno, quest’ultimo che con le sue acque sorgive di profondità – le vediamo oggi ma sono piovute quattro secoli fa – pulitissime e costanti, garantisce un volume di acque stabile durante tutti i mesi dell’anno. Il luogo come detto è quasi invivibile, più che umido letteralmente bagnato, soggetto agli umori del fiume e alle sue piene devastanti: eppure l’energia del grande salto è preziosa e inesauribile, e l’uomo come sempre riesce piano piano a prendere il controllo, con studio attento e sapiente tecnologia, degli elementi naturali. L’energia elettrica è di là da venire, l’unica energia, l’unico motore disponibile è quello della natura, dell’acqua del fiume che scorre e cade giù, ogni giorno, per tutto il giorno. E allora si innalzano argini, si costruiscono canali sotterranei – utili anche come sistema fognario – si realizzano ponti: nasce la città al servizio della fabbrica, la città nata dalla fabbrica, generata dalla inventiva tecnica e dal lavoro. L’edificio bianco (post) industriale situato per chi la guarda alla destra della Cascata Grande, testimonia la genesi della città posta sull’altra riva del fiume: custodisce la memoria del motore idraulico da cui tutto è nato. Altra Cascata, la terza, minore ma non meno importante, si trova nella parte superiore della città, e qui avviene il primo salto importante, che incrocia il momento storico dell’epoca napoleonica. Con decreto del 25 aprile 1810, Napoleone soppresse tutti gli «stabilimenti, corporazioni, congregazioni, communità ed associazioni ecclesiastiche di qualunque natura e denominazione» eccettuate le suore di carità e poche altre congregazioni aventi finalità educative e vietò a chiunque «di vestir l’abito di veruno ordine religioso». A Isola del Liri arrivarono uomini d’affari, industriali, manager esponenti di potenti famiglie francesi, fiamminghe, olandesi, tedesche. I conventi vennero trasformati in fabbriche, gli spazi dedicati al culto e alla meditazione religiosa furono trasformati in spazi produttivi, le volte e le colonne divennero capannoni industriali. I ricchi e potenti «immigrati» dal Nord Europa impiantavano produzioni basate su macchinari all’avanguardia, fatti arrivare dall’Inghilterra, dall’Olanda, dalla Germania, e che garantivano enormi volumi produttivi. Contemporaneamente, gli abitanti del posto, e soprattutto le donne, assimilavano comportamenti e modi di vita che avrebbero cambiato per sempre la percezione e il senso del mondo. L’Europa della Rivoluzione Industriale sbarcava in uno sperduto paesino del Centro-Sud Italia, e Isola del Liri diveniva la «Manchester del Sud», piena di fabbriche, vapori, ciminiere, e di uno stile di vita lontano dai canoni contadini del circondario. L’ultimo salto fu quello della energia idroelettrica, agli inizi del ‘900: il poderoso balzo delle Cascate adesso faceva girare turbine modernissime, e l’energia elettrica poteva essere prodotta in un luogo facilmente raggiungibile e praticamente senza sforzo e senza grosse spese di trasporto. Fu un vero boom: piena occupazione, anche femminile, asili nido nelle cartiere, crescita della Società Operaia di Mutuo Soccorso, inizi di un welfare sociale autonomo e spontaneo da cui nascerà addirittura l’Ospedale cittadino, l’illuminazione pubblica elettrica che precede quella di Milano; la carta realizzata a Isola del Liri esce dalle nuove e moderne cartiere direttamente in treno e raggiunge il porto di Napoli e poi Londra, dove la utilizzano per stampare il «Times». Questa è in breve la nostra piccola storia, il resto è la cronaca dei tempi di oggi, fra crisi del modello industriale e riposizionamento su turismo e intrattenimento culturale, musicale, artistico. L’acqua della Cascata scorre, sempre apparentemente uguale e sempre diversa, sempre la stessa e sempre rinnovata, in un lungo e affascinante viaggio fra radici e futuro. [Lucio Marziale]