Monte San Giovanni Campano e i suoi “campanili”
L’identità del borgo si forma tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio
Monte San Giovanni Campano è un comune che generalmente viene definito “piccolo”, in quanto abitato da circa 12.000 abitanti, ma che al suo interno coniuga un meraviglioso intreccio delle realtà di numerose frazioni, di campanili nel campanile, nel quale i suoi abitanti si identificano. Per citarne solo alcune: Chiaiamari, che prende il suo nome da Caio Mario, il quale secondo numerose fonti storiche lì ebbe i natali. Porrino per secoli è stato il confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio e l’intero territorio del comune fu teatro di scontri fra Garibaldini e Papalini, quando l’Eroe dei due mondi tentò di completare l’unificazione liberando Roma. Anitrella, che vanta una sentitissima tradizione calcistica e fu fortezza storica dei D’Aquino. Poi Colli, Girate, La Lucca, Reggimento. Il castello, risalente al X secolo, che sovrasta il centro storico, rappresenta il vero simbolo di questo borgo e la sua fortezza, integra ancora oggi nella sua struttura originaria, ha dominato per secoli l’estesa vallata sottostante, un monito chiaro dello Stato della Chiesa al confinante Regno delle due Sicilie. Della linea di confine tra i due territori restano oggi tracce sui monti circostanti: le famose “colonnette”, cippi lapidei, molto noti agli amanti del trekking, in cui figurano da un lato un giglio, simbolo del del Regno siculo-napoletano e dall’altro le due chiavi papaline incrociate. Tornando al castello, narra la leggenda che fu proprio San Tommaso d’Aquino ad esservi rinchiuso dalla sua famiglia e fatto tentare da una giovane donna discinta: in quel luogo, oggi vi è una cappella che prende il suo nome. Il castello nel tempo ebbe importanza strategica di difesa: passato di proprietà al marchese Innico d’Avalos, venne distrutto nel 1495 durante la discesa di Carlo VIII di Francia, fatto citato da Gucciardini nella Storia d’Italia, in cui si evidenzia l’ardore dei Monticiani di allora nel partecipare alla difesa della Torre. Arricchiscono oggi la visita del castello apprezzatissime attività di ristorazione che offrono tutte le prelibatezze e la genuinità della terra ciociara, frutto del lavoro dei numerosi venditori di prodotti tipici residenti nel comune. Visitare Monte San Giovanni Campano, per una cena tra le mura medievali in cui il tempo sembra essersi fiabescamente fermato, o per assistere ai sentitissimi festeggiamenti di Maria Santissima del Suffragio, quando la popolazione si raccoglie nel culto tradizionale, vuol dire respirare l’atmosfera strapaesana di longanesiana memoria che permette ai sapori e al sentimento immortale della nostra patria di perdurare intatti nei millenni. Portali finemente scolpiti e vicoli incantevoli sono lì, memoria storica di questa meravigliosa città, pronti ad accogliere gli amanti della sua millenaria tradizione.
Filippo Mosticone