
Morano Calabro, un gioiello medievale nel cuore pulsante del Parco del Pollino
Il borgo dell’entroterra cosentino, non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere
Situato a circa 700 metri sul livello del mare, Morano Calabro è uno scrigno di storia e bellezza. Il borgo, uno dei più affascinanti del meridione d’Italia, è un esempio di come cultura, natura e tradizione possano fondersi in un quadro armonioso. Il suo profilo inconfondibile, caratterizzato da un’architettura che disegna linee proporzionate, si arrampica lungo le pendici di un colle, regalando incantevoli panorami che affacciano sul fiume Coscile, anticamente noto come Sybaris, e sui prospicienti costoni appenninici del Pollino. Una posizione strategica, dunque. Che fin dal periodo magno-greco (VI sec. a. C.) ha reso Morano (l’aggettivo Calabro è un’aggiunta postunitaria, per distinguerlo da Morano sul Po) punto di riferimento lungo le vie istmiche che collegavano lo Ionio e il Tirreno. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Il toponimo “Muranum” compare già su una pietra miliare dell’anno 132 a. C., prova sicura della rilevanza che ebbe come stazione lungo la via consolare Regio-Capuam, nota come Popilia Annia, unico accesso alla Calabria attraverso la terraferma in epoca classica. Anche l’Itinerario di Antonino Pio e la Tabula Peutingeriana lo menzionano, indicando la centralità che aveva nel sistema viario dell’Impero.
Sui resti di un fortilizio romano i Normanni, intorno al 1090, costruirono un castello i cui bastioni dominano ancora oggi l’abitato. Il maniero, ampliato nel XVI secolo dal principe Pietro Antonio Sanseverino, è l’emblema dell’importanza militare e politica che ebbe Morano. È possibile, per il turista che decida di ritemprare lo spirito nel silenzio delle strutture che caratterizzano l’impianto urbano di Morano, avventurarsi in una tonificante passeggiata tra vicoli, archi e scalinate a contatto con le pietre che profumano di identità e radici. Sviluppatosi attorno al castello, il centro storico si conserva integro. Le fortificazioni, le mura e il dedalo di stradine narrano vicende di difesa e adattamento, mentre le residenze signorili testimoniano un passato di opulenza e dinamismo sociale.
Tra gli edifici più significativi spiccano la chiesa Arcipretale dei SS. Pietro e Paolo, scrigno di arte e spiritualità, quelle dedicate a Santa Maria Maddalena e a San Nicola di Bari, e le numerose cappelle e oratori che punteggiano il territorio. Artisti del calibro di Pietro Bernini (padre di Gian Lorenzo), Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, Bartolomeo Vivarini, Antonello Gagini e tanti altri, dal Rinascimento in poi, sono qui presenti con le loro opere. Non sorprende, pertanto, che Morano Calabro compaia quale socio fondatore e parte attiva del club “I Borghi più belli d’Italia” e sia insignito del marchio di qualità “Bandiera Arancione”, entrambi simboli di eccellenza turistica. Il titolo di “Città d’arte” attribuitogli dalla Regione Calabria sottolinea ulteriormente il prestigio del suo enorme patrimonio materiale e immateriale. E in un contesto tanto rinomato non è da meno lo scenario naturalistico che circonda il paesaggio, invitando alla scoperta di sentieri, boschi e scorci spettacolari. Questo meraviglioso villaggio dell’entroterra cosentino, non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere. Per ritrovare il sapore della storia, il fascino della natura incontaminata e il calore di una comunità che, con orgoglio e spirito di appartenenza, conserva le proprie radici. [Pino Rimolo]