Soriano

Soriano

A Soriano batte il cuore dell’artigianato calabrese

Il Polo Museale della città conserva la memoria storica della popolazione


Disteso su un pendio del versante tirrenico delle Serre, Soriano è una piccola realtà urbana nella Provincia di Vibo Valentia. Il borgo, che ha avuto un ruolo importante nella storia religiosa ed economica del vibonese, mantiene vive le tradizioni artigiane della ceramica, della trasformazione dolciaria e della lavorazione del legno ricavato dai boschi circostanti: celebri sono infatti i “seggiari” di Soriano, che creano sedie impagliate con schienali intagliati. Il piccolo paese fu fondato da monaci basiliani e dal XV alla fine del XVIII secolo fu un importante centro di studi di cultura grazie alla presenza di un grande e potente convento domenicano. Nel 1510 i Domenicani eressero in questo luogo un grandioso convento, che fu un polo di arte e cultura e divenne uno dei più ricchi e famosi di quest’ordine in tutta Europa. Celebre per aver ospitato nel 1535 Carlo V di ritorno da Tunisi e Tommaso Campanella, l’importante complesso religioso accrebbe in fama e ricchezza per la presenza di un’immagine considerata miracolosa: l’effige di San Domenico di Guzmàn ritenuta acheropita, che la tradizione vuole consegnata a un monaco dalla Vergine e delle sante Caterina d’Alessandria e Maria Maddalena. La potenza economica del centro religioso si affermò nel XVII secolo, grazie soprattutto alla protezione accordata dalla Corona di Spagna che vantava una lontana parentela con la casa Guzmàn, ma dovette fare i conti con la violenza dei terremoti del 1659 che distrusse l’antico convento e la chiesa e del 1783 che causò la completa distruzione ed il suo definitivo abbandono. Negli anni Trenta dell’Ottocento, fu costruita la nuova chiesa meglio conosciuta come S. Domenico Nuovo progettata da architetti e decorata da stuccatori calabresi. Il complesso conventuale del San Domenico rientra quindi a pieno titolo nella casistica degli abbandoni e delle rinascite dei luoghi rituali. Infatti i monumenti, i ruderi dei chiostri e della chiesa, abbandonati e caduti in disuso per via dell’evento sismico del 1783, rivivono soprattutto durante il periodo pasquale o la festa di San Martino patrono del paese, feste che costituiscono dei momenti fondamentali in cui tutta la comunità si riconosce e si rinsalda attraverso le pratiche religiose, che non a caso si svolgono tra le rovine imponenti e suggestive della chiesa antica. Prendendo spunto dalla storia, del convento e del paese, caratterizzata dalle distruzioni, dagli abbandoni e dalle ripetute ricostruzioni, che pertanto diventa un luogo simbolico di queste vicende umane, è stato creato il Polo Museale di Soriano che comprende il Museo delle ceramiche medievali e moderne, il Museo del terremoto che, oltre alla sismologia storica, comprende anche la parte antropologica legata agli aspetti dell’abbandono e ripopolamento dei siti, la Pinacoteca che raccoglie numerose opereed arredi sacri oltre chel’annessa area archeologica costituta dai resti dell’antico convento Domenicano. Il Polo Museale sarà a breve inaugurato grazie e soprattutto all’impegno del sindaco Vincenzo Bartone che, sin dal primo giorno del suo insediamento, ha fortemente voluto la definitiva apertura di questo importante attrattore culturale che costituirà un unicum regionale per le sue peculiarità.
Mariangela Preta