Non solo Caivano richiede una stretta. Lo richiedono le principali città italiane afflitte dalla criminalità. Intanto però si inizia da lì, sapendo che entro metà settembre il Ministro dell’Interno Piantedosi presenterà un pacchetto incentrato su 3 capitoli: velocizzare i rimpatri degli irregolari che commettono i reati, aumentare le pene per chi aggredisce le forze dell’ordine e contrastare la criminalità minorile.
Ed è in particolare alla luce di quest’ultimo punto che occorre guardare alla relazione di Piantedosi con i sindaci, vedi ad esempio l’incontro con Beppe Sala in una Milano sotto assedio per le continue aggressioni all’indomani della rapina a Carlos Sainz in pieno centro da parte di un gruppo di maghrebini di cui uno aveva 16 anni.
Ma è da Caivano che deve iniziare il cambiamento. Con la stretta sulle armi e i baby criminali, come il Daspo urbano, che potrebbe scattare a partire dai 14 anni – qualcosa forse si inizierà già a muovere a partire dal Consiglio dei Ministri di giovedì.
E proprio a Caivano è in corso dall’alba di oggi una vasta operazione di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza nel quartiere e nelle zone limitrofe, in abitazioni, strade e veicoli, identificando persone sospette che potrebbero essere coinvolte nello spaccio di droga.
Non devono esserci più zone franche per nessuno, da oggi deve iniziare un nuovo corso per il ripristino della legalità e della sicurezza dei cittadini, i quali devono poter sentire forte e chiara la presenza dello Stato, non solo nelle grandi città ma in tutti i territori preda di una realtà troppo simile a un Far West dove i delinquenti fanno del male alla gente per bene: dagli adulti che vengono rapinati ai minori vittime degli orrori di cui la cronaca di questi ultimi giorni ci ha tristemente informato.