Dalla Gruber a spiegare perché bisogna liberare la Cultura

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Giovedì scorso all’Hotel Quirinale a Roma si sono tenuti gli stati generali della cultura nazionale: “Pensare l’immaginario italiano. Stati generali della cultura nazionale”, un incontro fortemente voluto dal Ministro Sangiuliano al quale hanno partecipato più di 70 relatori, esponenti della cultura nazionale, dall’arte al cinema al teatro al giornalismo. Pensare l’immaginario italiano. Aprire uno spazio comune, dove tutti possano dialogare senza pregiudizi, unica condizione la tutela della cultura nazionale, questo il senso dell’incontro cui ha partecipato Edoardo Sylos Labini direttore e fondatore di CulturaIdentità, dalla cui pagine per primo ha lanciato il progetto culturale per un nuovo immaginario ripreso dal convegno romano:

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Sylos Labini, ospite ieri sera della Gruber a Otto e mezzo, ha fatto il punto della situazione. Da cosa deve essere liberata la cultura e quali sono i riferimenti della cultura di destra?, chiede la Gruber. “Io sono un artista”, risponde Sylos Labini, “ho fatto per 27 anni l’attore di teatro, ho frequentato i palcoscenici, conosco il mondo artistico e culturale e so come funzionano le dinamiche culturali del nostro Paese: è un dato di fatto che in Italia la sinistra, per mancanza di avversario (perché la destra dal dopoguerra non si è interessata alla cultura e lo sta facendo ora con il Governo di Giorgia Meloni) ha preso il controllo della culturale del Paese. Se eri schierato a sinistra potevi dirigere un teatro, avere un programma in Rai e condurre il Festival di Sanremo e questo è un dato di fatto che ho vissuto sulla mia pelle”.
Lei è stato discriminato?, fa poi la Gruber. “Ho fatto uno spettacolo nel 150esimo dell’Unità d’Italia (Disco Risorgimento una storia romantica, n.d.r.) con il quale ho ricevuto la medaglia d’oro dalla Presidenza della Repubblica, mi ha dovuto scortare la Digos per le minacce dei collettivi universitari che gridavano allo spettacolo fascista, lei capisce bene che questo è un problema”.

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