d’Annunzio oggi sarebbe un incommensurabile influencer

0

160 anni fa nasceva, il poeta l’amante, il guerriero Gabriele d’Annunzio, fonte d’ispirazione per il nostro movimento culturale. A lui, il nostro direttore, Edoardo Sylos Labini ha dedicato 3 spettacoli, 2 recital ed un fumetto e noi abbiamo omaggiato il Vate con un numero speciale del nostro mensile cartaceo nel settembre del 2019 per i 100 anni dell’impresa di Fiume e con una copertina nel numero di giugno del 2021.(Redazione).

“Memento, audere semper!”…Non è una frase ma un comandamento, un’eredità, uno stile di vita che ha contraddistinto una delle figure più celebri e istrionica della cultura italiana ed europea: Gabriele d’Annunzio, uno scrittore, un poeta, un militare, un giornalista, un vero e proprio simbolo, un patriota sui generis. Il Poeta fu una personalità certamente complessa e mai “grigia”. Negli anni del fascismo fu battezzato con una certa sfumatura sacra il Vate, l’incarnazione dello spirito nazionale.

Oggi sarebbe stato un esperto di comunicazione unico, un promotore di se stesso, uno stratega dell’immagine, un influencer di fama internazionale ma di caratura incommensurabile. Amava la notorietà, il lusso, aveva il culto della bellezza e dell’apparenza, viveva al di sopra delle regole sociali e convenzionali e delle sue possibilità in una vita che fu tutt’altro che privata ma diventò una leggenda da gossip e una moda di costume. O lo si amava o lo si odiava perché era un eccesso vivente che irritava non pochi, soprattutto i perbenisti del suo tempo o forse quelli di tutti i tempi. Gabriele d’Annunzio fu sempre uno spirito critico, libero, lucido e indipendente, troppo indipendente per poter essere lasciato completamente libero di esprimersi politicamente e di infiammare le folle come aveva dimostrato di saper fare con la sua voce magnetica e il suo ego titanico. Studiare la storia di d’Annunzio vuol dire studiare la storia di una cultura intera, di una società che si traghettava tra l’800 e la svolta del 900 nel riflesso di un personaggio in cui la vita e l’arte si fusero e condussero concludendo in un’ideologia di trasgressione e di affermazione di un super-io senza freni. Decadentismo, simbolismo, panismo in una sola opera, in un solo pensiero dirompente ed estremizzato; un uomo alto appena 1m e 64 che sovrastava le masse come un gigante, ipnotizzandole con un implacabile carisma, distinguendosi dalla mediocrità delle masse borghesi, delle persone troppo comuni e rifiutandosi.

Leggere il primo d’Annunzio è come entrare in laboratorio incandescente e provocatore; leggere il Notturno o La pioggia nel pineto è assistere ad un guerriero che muta in un contemplato dopo una vita magica che vale per cento esistenze senza sale. Mai sarà possibile relegare il suo ruolo in un tempo preciso e con una connotazione statica perché in leader cavalca i secoli.

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui