Finalmente giovani autori italiani: ecco EXPO, al teatro Belli di Roma

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Era ora. Finalmente una rassegna teatrale che dà spazio a giovani autori italiani. “EXPO – Teatro Italiano Contemporaneo” ha in cartellone una serie di pieces italiane contemporanee al Teatro Belli di Roma dal 6 febbraio al 7 aprile.

La rassegna si apre ufficialmente oggi, 6 febbraio alle ore 19, con la presentazione dell’intero programma di EXPO – Teatro Italiano Contemporaneo. Dieci spettacoli all’insegna dell’idea di un teatro aperto ai nuovi stimoli, ai nuovi linguaggi e alle commistioni di generi. Sia da un punto di vista drammaturgico che di messinscena.

Scopo della kermesse è fare spazio nei cartelloni dei teatri alla drammaturgia italiana, troppo spesso limitati a pochi autori considerati “classici” che così lasciano a tanti nuovi e talentuosi drammaturghi esigue possibilità di farsi conoscere, di confrontarsi e di crescere.

“Questo però non ha impedito a molti giovani autori di creare storie esemplari e linguaggi dirompenti – scrivono gli organizzatori della rassegna – capaci di abbattere le sempre più inspessite mura dell’individualismo e dell’ego-riferimento: il teatro è in grado di depotenziare l’Io a favore di un Noi complesso, variegato, arricchito. In tal senso siamo fermamente convinti che la drammaturgia contemporanea abbia una significativa funzione sociale e culturale potendo assurgere a validissimo strumento di conoscenza e analisi della nostra società, dei nostri comportamenti e della nostra storia.

Il cartellone

L’esordio è affidato allo spettacolo “Due Schiaccianoci” – dal 6 all’11 febbraio -, scritto da Alice Bertini e diretto dalla stessa Bertini insieme a Carlotta Solidea Aronica. È la storia di due guardie reali, ferme immobili al loro posto per anni. I due scoprono di avere in comune passioni e interessi comuni come il jazz. Insieme decideranno di ribellarsi contro la Regina, verso conseguenze amare. O forse no.

Dal 13 al 18 febbraio, “Tu non sei il tuo lavoro” di Rosella Postorino, per la regia di Sandro Mabellini, con Francesco Patanè e Maria Lomurno. Una voce femminile e una maschile in stile teatro greco, con un Coro e un Corifeo, espongono pubblicamente i problemi del lavoro, dei contratti a progetto, dei master a pagamento, delle ingiustizie sociali. Dialoghi a volte amari, a volte comici.

La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” di Alberto Fumagalli è il terzo spettacolo, programmato dal 20 al 22 febbraio con Damiano Spitaleri, Alberto Gandolfo, Federico Bizzarri per la regia di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli. Vicenda di un ragazzo obeso col desiderio della danza.

Quarta piece, “Il Condor” di Gianni Clementi, in cartellone dal 23 al 25 febbraio. Monologo sui gregari del ciclismo, col loro segreto desiderio di arrivare – una volta tanto – per primi. Con  Camillo Grassi e la regia di Massimo Venturiello.

Poi dice che uno beve” con Alessandro Di Marco, scritto e diretto da Lucilla Lupaioli, storia di un single alla soglia dei cinquant’anni che riceve una temuta proposta di matrimonio e ne parla col suo migliore amico: il bicchiere di vino. In programma dal 27 al 29 febbraio.

A marzo, dall’1 al 3, è in scena “Shame Culture” di Andrea Lucchetta con Anna Bisciari, Marco Fanizzi, Vincenzo Grassi. Esplorazione del fenomeno dei suicidi giovanili causati dal fallimento negli studi universitari a lungo occultato ai propri parenti e amici.

A cosa serve essere belli dentro se poi non entra nessuno” di Massimiliano Vado è il titolo di un’irriverente indagine negli abissi dell’intimo femminile: tre storie di tre donne alle prese con le loro storie di sesso. Con  Giulia Fiume, Lara Balbo, Francesca Anna Bellucci, dal 5 al 7 marzo.

Rossella Pugliese, con l’aiuto in regia di Beatrice Gattai, porta in scena “L’Ultimo Strip”, monologo di una spogliarellista alle prese col suo lavoro, i suoi clienti e un lento inesorabile processo di autodistruzione. Dall’8 al 10 marzo.

I cuori battono nelle uova”, di Alberto Fumagalli, dal 12 al 24 marzo è la vicenda di tre donne incinte, coi loro pancioni in bella vista. Un inno alla vita e una proiezione del domani immaginato sul nostro presente. Con  Elena Ferri, Matilda Farrington, Grazia Nazzaro e la regia di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli.

Chiude la rassegna “L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi”, di Francesco Niccolini, dall’1 al 7 aprile. Unione di due forme di espressività artistiche provenienti da settori eterogenei: il Teatro e la Graphic Novel. Protagonisti sono infatti quattro personaggi animati che interagiscono con un attore in carne e ossa. Oreste è un figlio abbandonato, finito nell’abisso del manicomio. Una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato, su come la vita spesso non faccia sconti e a volte sia impietosa.

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