La globalizzazione non è mai felice Svegliati Europa!

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Il principale problema che affligge oggi l’Europa è legato alla sua condizione di totale dipendenza, resa più grave dalla capacità di controllo che esercitano i sistemi di ascolto Echelon e Prism, come hanno ripetutamente denunciato Duncan Campbell ed Edward Snowden. Grazie ad essi gli Stati Uniti possono acquisire e sfruttare i risultati delle attività di ricerca e sviluppo delle principali aziende europee, tanto più che la cosiddetta “dottrina Clinton”, in vigore da oltre 25 anni, afferma esplicitamente che nessuno stato straniero vada ormai considerato alleato, bensì un alien audiences, verso cui non è necessario farsi troppi scrupoli.

Allo spionaggio satellitare, si è aggiunta da qualche anno la strumentalizzazione del Diritto contro le grandi imprese europee, regolarmente condannate a pagare cifre astronomiche per le più svariate ammende. Il caso Alstom in Francia, con l’incarcerazione di Frédéric Pierucci su mandato della giustizia americana, corrobora la tesi che considera l’assunzione della “dottrina Clinton” negli anni ’90 alla stregua di una dichiarazione di guerra permanente contro l’Europa, a cui è ormai vietato sviluppare tecnologie superiori o simili a quelle create o sfruttate dagli Stati Uniti. Detto questo, il maggiore conflitto che sembra emergere nell’ambito di questa guerra combattuta nella quarta dimensione è quello tra USA e Cina, in cui Huawei e 5G costituiscono la ragione profonda dello scontro e che qualcuno già considera la nuova “trappola di Tucidide”.

Secondo lo storico greco, infatti, la causa di numerosi conflitti va ricercata nella sfida lanciata da una potenza emergente a quella egemone, la quale, nel tentativo di perpetuare la sua supremazia, non può che rispondere con la guerra. La tecnologia 5G permette, infatti, di controllare due fattori di potenza decisivi: quello digitale, detenuto in via esclusiva dagli Stati Uniti, e quello “terrestre”, che la Cina cerca di conquistare con le “vie della seta”. Dominare la tecnologia 5G consentirebbe alla Cina di competere durevolmente e con possibilità di successo con gli Stati Uniti, consolidando le “vie della seta” e gestendo e vendendo la tecnologia delle smart cities completamente automatizzate, di cui Xiongan dovrebbe essere il prototipo. Da questo gioco l’Europa è tagliata fuori, non disponendo del controllo di alcun sistema satellitare ed essendo esclusa dallo sviluppo del 5G, prigioniera sia diplomaticamente sia commercialmente della logica occidentale-atlantica, oltre che stupidamente ancorata all’”idolatria della norma”, ossia quel pasticcio pseudo-morale e pseudo-legale che ne ostacola ogni iniziativa.

L’Europa potrà avere un futuro solo risvegliandosi dai sonni dogmatici in cui versa, concentrando i suoi sforzi nella protezione dei dati per sottrarli allo spionaggio satellitare, impegnandosi a costruire una diplomazia e una politica commerciale svincolate dall’atlantismo e liberandosi dall’obsoleto culto della norma, vanto dell’ormai sclerotizzata eurocrazia, per immergersi finalmente nella fattualità geopolitica, visto che la “globalizzazione felice”, annunciata a suo tempo da Francis Fukuyama, non solo non si è manifestata, ma soprattutto non si manifesterà mai.