I libri di Sangiuliano: dal “feroce” Aron all’ “anarco-conservatore” Prezzolini

0

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

Questa settimana i libri “ministeriali” di Gennaro Sangiuliano sono uniti da un filo rosso: il saper scrivere da parte dei rispettivi autori. Iniziamo con L’oppio degli intellettuali di Raymond Aron, l’ “anti Sartre” per eccellenza (furono amici, poi avversari), uno dei maggiori sociologi e politologi del XX secolo, direttore di La France Libre: questo libro è un classico del pensiero liberale contemporaneo, è un’opera che rappresenta forse la più penetrante critica degli intellettuali di sinistra che sia mai stata scritta, offrendo una spiegazione delle ragioni che spingono uomini intelligenti ad adottare idee stupide.

A quegli intellò farebbe bene leggere Socialismo e democrazia nel pensiero di Vilfredo Pareto, che Sangiuliano propone nell’edizione Volpe a cura di Paola Maria Arcari: infatti in questo saggio l’atteggiamento critico di Vilfredo Pareto nei confronti delle ideologie rende un servigio a chi si accosta al socialismo e alla democrazia non con l’animo di chi vuole eliminare i mali del mondo, ma coi “fatti duri” della scienza e della analisi: in un contesto animato dalle prime lotte di classe ispirate al socialismo marxiano e dal trionfo di un ottuso statalismo economico, qui Vilfredo Pareto opera su basi certe, scientifiche e non influenzate da passioni lasciando ai posteri l’analisi di uno dei pensatori più eclettici della contemporaneità.

E si pensi allora anche a Cristo e/o Machiavelli di Giuseppe Prezzolini, scritto nel 1971 da colui che ha attraversato l’intero ‘900 da protagonista, che in quest’opera fa un confronto tra il genio fiorentino e il cristianesimo, sulla questione che aveva occupato la riflessione e costituito il rovello esistenziale della vita di questo celebre “anarco-conservatore”.

Ma la “biblioteca ministeriale” non finisce qui: ecco La lingua laica. Una tradizione italiana, della prof. Emma Giammattei, che ci racconta la storia di uno stile di pensiero e di un modello di scrittura che l’autrice definisce come laico, a partire non già dai concetti o dagli schieramenti politico-confessionali, ma dallo stile di scrittura: una storia che va da Cuoco a Cattaneo, da Leopardi (che ritroviamo con l’edizione della Nave di Teseo nel suo Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani, uno dei più alti, ardui e lucidi esempi della capacità di lettura e di scrittura) a de Sanctis e a Croce e Flaiano, Anna Maria Ortese a quel mondo culturale del Mondo di Pannunzio.

E sempre a proposito di “saper scrivere”, Sangiuliano propone al cittadino-lettore L’isola di Arturo di Elsa Morante, dove la scrittrice romana unisce in un romanzo elementi realistici e fiabeschi in una forte suggestione del linguaggio. E non aveva fatto nessun corso di “scrittura creativa”…

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

venti − otto =