Il piano B di Repubblica: come bloccare il centrodestra dopo il voto

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La campagna elettorale che porterà al voto il prossimo 25 settembre non è ancora cominciata ma a Repubblica sono già oltre. Stanno pensando al piano B. Cosa fare il 26 settembre nel caso in cui vincesse la destra. Nei 147 collegi uninominali alla Camera dove vincerà il candidato che avrà preso un voto in più rispetto agli avversati (first past the post dicono gli inglesi) sono solo 24 quelli blindati, sicuri o comunque buoni per il centrosinistra. Gli aggettivi non sono nostri. Ma tali sono stati coniati dalla segreteria del PD dopo aver consultato una simulazione di voto dell’Istituto Cattaneo. 29 sono gli incerti. Ne rimangono 94 tutti appunto “blindati” oppure “sicuri” o comunque “buoni” per Meloni, Salvini e Berlusconi. Al Senato i collegi incerti sono 17 su 74. Togliendone più o meno dieci sempre “blindati”, “sicuri” o comunque “buoni” per il partito di Letta ne rimarrebbero 47 appannaggio del centro destra. L’allarme suona. Bisogna “invertire il trend”, ammonisce Claudio Tito in un editoriale a commento dell’impietosa analisi o comunque “evitare che l’alleanza tra Meloni, Salvini e Berlusconi raggiunga la maggioranza assoluta” o comunque per “ridurre l’ampiezza del successo”. Vaste programme, avrebbe chiosato sarcastico il Generale francese Charle De Gaulle. Ma di preciso per fare cosa? Il quotidiano di Piazza Indipendenza ce lo spiega qualche riga più avanti.

Il Quirinale (che Tito, quindi, considera apertamente di Centro Sinistra) potrebbe “rinviare alle Camere una legge -magari perché viola l’articolo 81 della Costituzione sull’indebitamento o perché apertamente in contrasto con i trattati Ue” e se i sovranisti brutti e cattivi non avranno una larga maggioranza “si ha la speranza che una minima truppa assennata e determinante di parlamentari accetti di modificare il testo”. Che strano. Leggendo l’articolo 87 della Costituzione pensavamo che il Presidente della Repubblica dovesse essere “il Capo dello Stato” che “rappresenta l’unità nazionale”. Evidentemente ci sbagliavamo. Secondo i giuristi di Repubblica sarebbe il guardiano dell’Europa sopra di noi e se proprio un’unità deve rappresentare -secondo loro- è l’Unità delle feste del PD.

Quanto al principio che non si possa o non si debba aumentare l’indebitamento netto viene da ridere. Ma da ridere forte. Vi sblocco un ricordo! Era il 13 dicembre 2018. Il governo Conte 1 (con dentro Lega e M5S) dopo estenuanti trattative propone un compromesso alla Commissione Ue. Il deficit pubblico o indebitamento netto che dir si voglia (le entrate meno le uscite) non sarebbe stato più pari al 2,4% del PIL (come peraltro fatto dal predecessore Paolo Gentiloni Silveri da Filottrano Cingoli Macerata e Tolentino). Ma al 2,04%. Erano i giorni di Quota 100 e del reddito di cittadinanza. Del balcone e dell’abolizione della povertà. Il deficit previsto per il 2019 non sarebbe stato 43 ma 37 miliardi. A consuntivo è stato addirittura 29. Non “c’erano margini per modificare la traiettoria di risanamento dei conti pubblici”. Dicevano giornaloni e televisioni. Traduco: non c’erano soldi. Lo ricorderete. Poi accade l’impensabile. Arriva la pandemia. Il Pil italiano crolla da 1.790 a 1.654 miliardi. -9,6% in un anno. Mai così tanto nella storia dell’Italia unita in tempo di pace. E “come per magilla” (direbbero i Gialappa’s) il deficit addirittura esplode di quasi 130 miliardi; da 29 a 158. Tutto nuovo debito per aiutare l’economia colpita dalle chiusure. Domanda: quelle leggi che facevano aumentare di così tanto l’indebitamento sarebbero state da rispedire alle Camere?

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6 Commenti

  1. La Repubblica, un giornale che nega la democrazia. Pensare di bloccare il centrodestra in caso di vincita delle elezioni, con “manipolazioni della Costituzione o latro è un “comportamento criminale” e sicuramente antidemocratico, di questo il prossimo governo dovrà tenerne conto e assumere i necessari provvedimenti affinchè anche nel nostro Paese vi sia una democrazia compiuta.

  2. Io personalmente in caso di vittoria del CDX manderei tutti i “sinistri” al confino e li doterei anche di braccialetti elettronici per seguirne eventuali spostamenti (giusto per avere comportamenti “fascisti” cosi come accusano i comunisti nostrani)

  3. Dipende dalla maggioranza che si raggiunge, se giusta si cambia tutto!
    anche la più bella del Mondo che più bella non è!

  4. «Che strano. Leggendo l’articolo 87 della Costituzione pensavamo che il Presidente della Repubblica dovesse essere “il Capo dello Stato” che “rappresenta l’unità nazionale”». Invece no. Come “i giuristi di Repubblica” affermerebbero, e come bene sa il popolo italiano tutto, gli ultimi 3 presenti della Repubblica e quello in carica -volendo lasciare all’oblio polveroso del tempo gli altri predecessori dato il lungo tempo trascorso e il modo diverso di fare politica – hanno sempre e comunque rappresentato gli interessi del partito di appartenenza. Come fa un top manager per la sua azienda. O un capo cosca per il suo clan. E nessuno di questi tempi si salva. Non per niente, dagli Usa arriva l’affondo su Draghi: definito “Premier non eletto che obbedisce ai mercati”.
    Lo Stivale e gli stivaliani sono esterofili per natura. Da sempre. Ma senza doverlo leggere sul “New York Times” e senza l’illuminazione che la firma di Christopher Caldwell conferisce al pezzo, anche da questa parte dell’Atlantico ci si era da tempo arrivati. Tuttavia, il punto non è questo, ma i piddini che sventolano l’agenda Draghi. Che, a tutti gli effetti, sembra essere, indubbiamente, uno specchietto per le allodole di buon imbatto per l’arcipelago sinistro. Ma Draghi, di questo abbraccio d’appartenenza con mano sulla spalla della sinistra tutta e, soprattutto, delle sottostanti premesse a cui quella rosa dei venti ideologica mai abdicherà, che ne pensa?

  5. Il PdR può rinviare alle Camere una legge perché venga modificata. Però, mi ricordo di aver letto da qualche parte che se la legge gli viene ripresentata così com’è, il PdR non può rifiutarsi di firmarla.

  6. Già che siamo in democrazia ed i fascisti non li vogliamo incomicerei con il togliere i finanziamenti dello stato al giornale La Repubblica, un covo fascista pericolosissimo vestito di rosso. Altro motivo per fare questa operazione? Il loro non è giornalismo ma solamente propaganda di partito aggiungerei pure pericolosi fomentatori di disordine sociale. Tutte cose che la Magistratura, specialmente la nostra, proteggerà opportunamente. Lo vediamo anche ora con la poca educazione che questi sinistri fascisti offendono gli avversari.

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