In tempi di cancel culture come quelli attuali, contraddistinti da slogan del tipo «gli italiani non esistono», leggere ogni tanto qualcosa di segno opposto rappresenta una boccata d’ossigeno dalla cappa del politicamente corretto oggi dominante; come al solito, sono gli intellettuali di sinistra i fautori di questa propaganda anti-italiana, potendo sempre contare sul masochistico silenzio della loro vittima e su di una pavida Destra di governo.
Scriveva il politico olandese Pim Fortuyn, prima di essere ucciso nel maggio 2002 da un estremista, che la cultura di un Paese è un processo dinamico, ma ciò non toglie sia possibile individuare al suo interno delle costanti che spesso lo caratterizzano da molto tempo: sono proprio quest’ultime a determinare l’identità.
È proprio di ciò tratta Ernesto Galli della Loggia nel suo “L’identità italiana” (il Mulino 2010). Risultato di un percorso millenario, la nostra vicenda è sì ricca di prestiti e contaminazioni, ma resa possibile dall’esistenza di un’impronta unitaria comune, caratterizzata da elementi stabili sempre presenti nella storia nazionale: la bellezza del paesaggio e il suo rapporto con gli italiani, l’eredità di Roma e il cattolicesimo, il policentrismo urbano delle «cento città» e delle «mille Italie» scrigno del nostro patrimonio artistico. Ma non è tutto oro quello che luccica, perché l’identità italiana è anche fragile, a causa di un’assenza «storica» di Stato, che ha lasciato spazio a divisioni e familismi, e ad un’invadenza della politica nella società, generando un difficile confronto con la modernità europea e ripercussioni sullo sviluppo del Paese.
Anche Mario Tozzi si occupa della fragilità dell’Italia, questa volta dal punto di vista geologico: “Come è nata l’Italia. All’origine della Grande Bellezza” (Mondadori 2019) è infatti una disamina scientifica e affascinante sull’origine della nostra bellezza ambientale inimitabile. Scopriamo così che l’arte delle città della Penisola è legata alla storia fisica del territorio e all’abilità degli italiani di adattarlo alle proprie esigenze; terra di vulcani, dinosauri e uomini preistorici, l’Italia è un territorio giovane e vitale, nato dalle acque di un Mediterraneo ancestrale dal nome mitologico, la Tetide.
Valerio Massimo Manfredi e la compianta Ida Magli riflettono, invece, sugli Italiani come popolo: il primo con “Sentimento italiano. Storia, arte, natura di un popolo inimitabile” (SEM 2019), un racconto a tratti autobiografico sul nostro spirito di comunità, per conoscerci meglio e orientarci nel presente e nel futuro della Nazione; la seconda con “Omaggio agli Italiani. Una storia per tradimenti” (BUR 2005), per ribadire il nostro primato come popolo attraverso tutti i pericoli vissuti nel corso dei secoli. Dall’unicità dei Romani ai tradimenti dei governanti, l’autrice vuole combattere l’autorazzismo nazionale imposto dalle élite politiche e culturali, dimostrando come gli italiani, per difendersi, abbiano sempre continuato a pensare e a creare «perché soltanto l’intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori». Questa è la grandezza degli italiani.
Infine, contro il decostruzionismo oggi imperante, l’excursus storico sulla nostra identità nazionale contenuto in “Italiani da sempre” (Phasar 2021) di Marco Trombino ci fa capire che la radice latina, precisamente romano-repubblicana, è la nostra vera matrice culturale irrinunciabile e che l’identità italiana risulta essere antica e forte, la più solida d’Europa e del Mediterraneo. Buona lettura.