Le “polifonie” pop di Mario Stefano

0

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

L’opera di Mario Stefano può riassumersi (e comprendersi) in pochi punti fondamentali: il suo lavoro si basa su collage pittorici sospesi e su una rete di collegamenti e citazioni. Non mancano gli spunti presi dalla letteratura, dalla fotografia, dalla musica, dal cinema, da pittori che appartengono alla storia dell’arte. Per quanto riguarda la modalità della pittura, ci troviamo di fronte ad una modalità di stesura controllata, ponderata, accattivante negli accostamenti cromatici, con campiture piatte e prive di matericità. Con la messa a regime dei vari spunti pittorici e di tutti questi riferimenti (o con il loro adeguato incastro formale), Mario Stefano diventa un direttore di orchestra, un pittore che sa suonare una polifonia, dosando i passaggi e rendendo accattivante la sua narrazione perché ci obbliga a soffermarci sui vari passaggi, sui dettagli, sugli accostamenti. A parte le citazioni colte, la sua pittura pesca anche nelle esperienze personali, nel coinvolgimento emotivo con alcuni tipi di immagini o soggetti illustrati; e questo sembra quasi un controsenso rispetto alla stesura fredda delle sue superfici pittoriche, ma la sfida è proprio questa, rifarsi a Cézanne per continuare ad affermare che si è alla ricerca della regola che tiene a freno l’emozione, senza che questa debba ancora basarsi su un lessico costituito dai solidi geometrici. Possiamo pensare che questo suo lavoro possa stare anche sotto l’egida della Pop Art? Se per Pop vogliamo intendere una immagine popolare e che cioè proviene dalla cultura popolare e al popolo ritorna, beh, qualche riscontro possiamo averlo, se non altro perché ci troviamo di fronte a immagini parlanti e molto immediate, ma di certo con la Pop Art storica (con i suoi intenti programmatici) non ha proprio nulla in comune se non per quell’aspetto di stesura piatta del colore che può trovare dei riscontri nel lavoro di  Rosenquist.

Mario Stefano nasce a Napoli nel 1983. Grazie ad un ambiente familiare stimolante, coltiva la sua vocazione artistica da autodidatta fino alla maggiore età. Consegue poi la laurea in Scienze dell'Educazione, dedicandosi per oltre quindici anni alle sue attività di palestra, accantonando così gli studi personali di pittura. Appassionato di storia dell’arte, grazie al confinamento forzato della pandemia, rispolvera vecchi studi e disegni, approfondendo e sperimentando ogni tecnica pittorica ed ogni tipo di medium; una full-immersion di oltre dieci ore giornaliere, sette su sette, che gli permette in pochi anni di raggiungere una discreta maturità artistica. Nel 2021 le sue opere vengono notate da Danilo Gigante, esperto di arte e finanza e presidente di International Broker Art, struttura particolarmente attiva per la valorizzazione di talenti artistici supportando mostre e fiere in ogni settore dell’economia culturale. Nasce quindi una collaborazione professionale, inaugurando una serie di mostre private e pubbliche, incrementando così il seguito di collezionisti delle sue opere.

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

3 × 5 =