“Cantiamo dunque adesso, fratelli miei. Come sogliono cantare i viandanti, canta ma cammina. Avanza, avanza nel bene. Canta e cammina! Non uscire di strada, non volgerti indietro, non fermarti!”. Cita sant’Agostino papa Leone XIV dopo aver ascoltato le note di Palestrina, nel concerto tenuto per i 500 anni del grande compositore laziale nella Sala Regia del Palazzo Apostolico.
A sorpresa il Santo Padre ha infatti deciso di presenziare al concerto tenuto in occasione della presentazione dello speciale francobollo emesso dalle Poste Vaticane per Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), il “Principe della Musica” di cui ha parlato CulturaIdentità nel numero di gennaio febbraio 2025. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Domenico Bartolucci, che porta il nome di un altro grande compositore italiano, a sua volta erede e massimo interprete della lezione palestriniana, e tenuto dal coro della Fondazione.
La solenne esecuzione è stata preceduta dagli interventi della sorella Raffaella Petrini FSE, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, del cardinal Dominique Mamberti, presidente onorario della Fondazione Bartolucci e del segretario generale e anima della Fondazione, Alessandro Biciocchi, e di Gianni Letta, che ha invocato da Leone XIV la benedizione per il coro e i presenti.
Davanti a un pubblico selezionatissimo – fra i quali una ventina di Porporati – il coro diretto dal maestro Adriano Caroletti (cantore sistino e già puer cantor sotto la direzione di Bartolucci) – ha presentato un’esecuzione pressoché perfetta della celeberrima Missa Papae Marcelli, forse la più famosa composizione di Palestrina, leggendaria al punto che su essa è nato il mito che avrebbe salvato la musica sacra dalla severità del Concilio di Trento. Al termine dell’esecuzione, dopo l’applauso concesso dal Santo Padre e dal pubblico, il coro ha intonato un’altra pietra miliare del repertorio palestriniano e soprattutto della liturgia cattolica: il “Tu es Petrus”, di prammatica durante alcune celebrazioni pontificie ma che durante il papato di Bergoglio era stato lasciato alquanto da parte, quasi cadendo in disuso.
Al termine del concerto, Leone XIV ha ricordato l’importanza di Palestrina e della musica sacra prima di benedire il coro e il pubblico presente. La polifonia, secondo il Santo Padre, “rivestendo con acconcia melodia il testo sacro” permette di raggiungere meglio “l’intelligenza dei fedeli“. Per Leone XIV, il coro polifonico è metafora della nostra esistenza, poiché le diverse voci che creano l’armonia, a volte anche le dissonanze, sono tutte volte a “entrare in rapporto con Dio”, ciascuno per la propria strada, ma tutti ispirati “dalla guida dallo Spirito Santo”.
Palestrina, ha continuato il Papa, ha lasciato “un patrimonio immenso di arte e spiritualità”. Continua ad essere oggi “in campo musicale, un punto di riferimento a cui guardare, pur coi dovuti adattamenti, nella composizione sacra e liturgica”. Prevost ha anche ricordato la figura del cardinal Domenico Bartolucci, “illustre compositore e per quasi cinquant’anni direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina”.