«L’estate sta finendo»

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Dallo storico “Festivalbar” a “Batitti”. Fra pietre miliari destinate ad alimentare la nostalgia e tormentoni, i festival musicali estivi hanno fatto la storia del costume in Italia

I festival musicali estivi sono la diretta rappresentazione di come la nobil arte abbia una diretta connessione con l’evolversi delle stagioni e il conseguente cambiamento nelle abitudini dell’individuo. Di fatti, la musica si accinge a rapportarsi in funzione delle esigenze che la società richiede in questo periodo dell’anno, fra le ferie dal lavoro e dalla scuola, il clima caldo, le giornate lunghe che rendono le serate un piacevole rifugio dalla canicola. Nella musica pop o in altri generi musicali moderni, è frequente la creazione dei tormentoni estivi, ovvero canzoni facilmente memorizzabili che diventano la colonna sonora della stagione balneare.

Gli stessi vengono interpretati dai vari artisti che ne portano la firma, nei festival organizzati in particolare da emittenti radiofoniche. Basti pensare a “Battiti live” di Radio Norba, al “Radio 105 Summer Festival” o a “RDS Summer Festival”, eventi di grande proiezione mediatica che si tengono nelle più belle città della Penisola. Solitamente queste performance sono trasmesse via tv o radio, cosi da poter raggiungere la massima visibilità. Questo fenomeno è una risultante perfetta di quello che rappresenta l’economia dello spettacolo: tra comunicazione, progettazione di eventi e target scelto. Quest’ultimo infatti diventa la coesistenza fondamentale, per la creazione del tormentone estivo e della sua diffusione tramite i festival, ovvero l’essenza di caratterizzazione, che è direttamente connessa ai gusti del presente contemporaneo. Gli stessi eventi sono la diretta proiezione consuetudinaria di come l’estate possa rappresentare un apice per l’economia musicale, un periodo che graficamente possa configurarsi come un picco d’interesse, in particolare per le nuove generazioni. Come non ricordare gli antenati di questi festival, come per esempio il famosissimo “Festivalbar”, ideato nel 1964 da Vittorio Salvetti ed in onda rispettivamente in Rai (fino al 1982) e poi su Mediaset (fino al 2007, ultima edizione). Dal jukebox fino a internet, quest’evento ha rappresentato uno spartiacque per la generazione a cavallo tra la fine del XX secolo e i primi anni 2000, un momento che si configura come un intreccio di molteplici ricordi nel nome della musica. Le location sono state svariate: dall’Arena di Verona, a quella Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro, fino allo svolgimento di alcune puntate all’estero, ovvero a Pola, in Istria.

Una diretta testimonianza di come un evento musicale estivo, possa rappresentare un progressivo avanzamento in nome della fruizione e dell’economia delle arti, le quali costituiscono il mercato teso a delineare il reticolato di diffusione tra marketing, management e creatività. Gli stessi eventi possono considerarsi un’opportunità per nuovi talenti di fuoriuscire dell’ordinarietà del sistema di selezione, difatti l’attrattività di una canzone è considerata una caratteristica di primo ordine, tra arrangiamento, efficacia e tematicità. Quest’ultimo dettaglio si rivela sempre fondamentale per un eventuale riascolto della stessa, nelle piattaforme streaming come Youtube o Spotify, i quali possono diventano il canale preferenziale per una seconda fruizione on demand, dopo il primo contatto avvenuto tramite i festival. Quindi un esempio di incontro diretto con il pubblico, che è il fulcro per la diffusione della musica e per la creazione delle nuove tendenze del periodo in oggetto. In ambito economico e di comunicazione, i festival estivi risultano quindi essere un’importante fenomeno per la ramificazione e commercializzazione delle proposte musicali, le quali si caratterizzeranno come colonne sonore del presente contemporaneo, tese ad accompagnare momenti di vita della collettività. Un legame indissolubile quello tra la società e la musica, tra arte e creatività individuale, una connessione indivisibile e strettamente correlata in ogni dettaglio, con uno sguardo continuo e direzionale tra passato, presente e futuro.

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