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La cultura ha pagato un altro prezzo alle conseguenze della crisi pandemica, ma oggi ha l’opportunità di confrontarsi con la transizione digitale e la green economy, sfide che gli operatori di settore potranno prepararsi ad affrontare grazie ai nuovi bandi proposti dal Ministero tramite i fondi del PNRR. Ne parliamo col sottosegretario Lucia Borgonzoni, sottosegretario di Stato per la cultura.
Come, attraverso i fondi del PNRR, il ministero sta pianificando una ripresa del settore culturale?
Sono tanti gli interventi che stiamo facendo, molti bandi sono già usciti, uno fra tutti quello dei borghi, a cui si aggiungono tutti i fondi destinati alle sale cinematografiche ed ai teatri. La pianificazione interna al PNRR è fondamentale in questa fase, soprattutto perché si tratta di fondi che vengono erogati direttamente alle imprese ed una parte dedicata all’insediamento delle imprese all’interno dei nostri borghi. Un investimento necessario per aiutare un settore che è stato di fatto profondamente colpito dalle chiusure del covid, pensiamo ai teatri e all’audiovisivo, fino all’artigianato artistico, che abbiamo inserito nei bandi, siamo stati i primi ad inserirlo in un bando del Mise, soprattutto perché esso è ciò che racconta noi, il nostro territorio, la nostra storia. Guardiamo alla moda, un esempio poliedrico e creativo di artigianato artistico, che compone il racconto migliore del made in Italy. Questi ambiti fanno parte di progetti e bandi che cercheranno di fare ripartire la filiera culturale.
Quali saranno le principali aree di intervento?
Le due principali linee d’intervento affrontate sono quelle del green e del digitale. Il digitale è un settore fondamentale su cui bisogna investire per le sfide del futuro e formare gli operatori del settore, che si sono trovati in difficoltà in questo ambito all’inizio della pandemia. Per quanto riguarda il green si tratta di un investimento molto importante che tocca numerosi interventi della nostra azione, favorendo una linea il più possibile vicina alla tutela dell’ambiente e all’impatto zero.
Che cos’è il capacity Building e come permetterà agli operatori culturali di affrontare le sfide della globalizzazione?
Il capacity Building è un progetto di formazione che consentirà alle nostre aziende di avere gli strumenti per affrontare le sfide sia della transizione digitale sia del green. Se dovessimo riassumere con una parola la nostra progettazione quella sarebbe sicuramente “ripartenza”. Per questo abbiamo lavorato con un anno e mezzo di anticipo perché credo che non possiamo permetterci di perdere nessuna di queste imprese e di questi artisti perché da loro si può ripartire, da loro si deve ripartire.