Quando chiuderanno le Chiese sarà il tramonto della civiltà

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Foto di Lars_Nissen da Pixabay

Emanuele Franz (Il Talebano)

Un fatto personale accadutomi in questi giorni mi ha spinto a fare delle riflessioni profonde su come le stringenti misure derivate dall’emergenza sanitaria stiano avendo un riverbero anche sulla libertà dei Cristiani di esercitare il loro culto. Per due volte, infatti, mentre mi recavo per una preghiera individuale presso l’abbazia del mio paese, sono stato severamente ammonito di non andarci, e redarguito sul rischio che io venissi denunciato e punito per questo. Certamente il mio non è un caso isolato ma rappresenta una situazione generale, fatti del genere sono all’ordine del giorno; su svariati blog e quotidiani infatti possiamo leggere di episodi in cui le forze dell’ordine irrompono nelle Chiese, fermano i Fedeli i quali vengono intimati di fermarsi e minacciati di denuncia.

Il clima stalinista che si è instaurato fa sì che il Fedele, anche se si reca individualmente e in solitudine a pregare il Signore Gesù il Cristo, sia costretto a vivere come un criminale, seguito, intimato e minacciato.

Nonostante questo, al momento in cui scrivo, le Chiese sono aperte, come da disposizioni della CEI, alla preghiera individuale. Nei precedenti decreti si è voluto limitare le funzioni religiose e l’andamento generale di giorno in giorno è porre misure sempre più lesive della libertà di culto.

Il diritto di culto è senza alcun dubbio un diritto primario e incoercibile, riconosciuto come tale nell’ordinamento statale (ad esempio dalla costituzione) e nel diritto internazionale. Basti pensare che l’articolo 4 della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici delle Nazioni Unite del 1966 regola lo stato di emergenza a livello del diritto internazionale ponendo in esso chiari limiti, ovvero che anche in stato di emergenza non si può prendere misure che comportino una discriminazione per motivi religiosi né che i cittadini vengano sottoposti a trattamenti crudeli e disumani. E minacciare una persona che si reca in Chiesa non ha nulla di umano.

Ma perché uno viene minacciato se va in Chiesa e non viene ammonito se va a prendere il pane, o in banca? Perché si sospendono le funzioni religiose così come le discoteche, come se fossero sullo stesso piano? Si noti che il Decreto del Presidente del consiglio non chiude banche, poste, servizi finanziari e assicurativi, ma chiude musei, luoghi di cultura e funzioni religiose. Banche aperte, Chiese chiuse. È questa la morale dei nostri tempi, il trionfo del più bieco capitalismo che ha ridotto l’uomo a un consumatore.

Il problema è ben un altro, che l’unico e il solo punto di vista dalla quale è affrontata questa crisi sanitaria è quella materialista.

Proibire il Culto per arginare una crisi è un paradosso, è proprio e direi esclusivamente la mancanza di Fede che ha causato i più gravi drammi dell’umanità e sono pronto a dichiarare che la Fede è l’antidoto, l’unico vero antidoto contro qualsiasi crisi.

Io credo che il modo di vincere il male, di qualsiasi tipo, sia l’umanità, e in molti non si stanno accorgendo che oggi a causa di questi decreti i rapporti umani sono stati annientati, e questo è la causa del male, non l’effetto. Capisco sia solo il mio modesto punto di vista, ma sono pronto ad affermare che un virus non sia un mero fatto fisico, ma un fatto animico; le difese immunitarie dipendono dai nostri valori e dalla nostra Umanità, ridurre a zero questi elementi, significa consegnarci alla malattia. Siamo nel caso in cui la cura devasta più del morbo stesso.

Papa Clemente VI andava a benedire gli appestati nel 1347, e Lui non si è appestato. Solo la nostra umanità congiunta all’intelligenza può salvarci, ma nessun provvedimento unicamente sul piano fisico può arginare un male la quale origine è sovrasensibile.

Con questo non voglio assolutamente e in alcun modo sminuire il ruolo della scienza e della ricerca, ma soltanto dire che esse non conducono in alcun luogo se non sono congiunte alla scoperta di un senso più generale della vita che è quella del Miracolo. Lo diceva già Max Planck, premio Nobel per la fisica nel 1918, che: “Scienza e religione non sono in contrasto, ma hanno bisogno una dell’altra per completarsi nella mente di un uomo che riflette seriamente”

Tuttavia vedo che tutto il mondo istituzionale e, quel che è peggio, tutto il mondo intellettuale, affronta questa difficile crisi dal punto unicamente materiale e fenomenico. Ma fintanto che una crisi, un malattia, un disagio verranno considerati unicamente dal punto di vista esteriore nessun provvedimento potrà avere una reale efficacia. Il modo di contrastare una contingenza drammatica, l’unico modo, è alimentare e rafforzare ciò che mai tramonta, il fulcro interiore, e questo non può che derivare dalla preghiera e dal Culto.

Vero è, come uno potrebbe obiettare, che il Fedele può pregare da casa sua, certo, la preghiera deve essere perpetua, costante, assidua, in qualsiasi luogo, ma il salotto di casa non è una Chiesa, il giardino di casa non è un Tempio, e l’Adorazione dell’Altissimo occorre che venga esercitata nel Tempio, poiché è Dio la risposta a qualsiasi male, sempre.

“Io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare” ci ricorda il Vangelo di Luca 10,19.

Credo che abbia avuto in mente queste parole, San Carlo Borromeo nel 1576, in una Milano ammorbata dalla peste, opponendosi ai magistrati della città che avrebbero voluto proibire le processioni e le preghiere collettive dei fedeli e dirigendo una processione a piedi scalzi nel centro della città nel pieno della peste.

Risulta evidente a tutti che quella che stiamo attraversando oggi sia una crisi mondiale, ma quando chiuderanno le Chiese significherà che il tramonto della civiltà occidentale è ormai alle porte, quando sarà proibito pregare il Dio che è sceso sulla terra ed è morto per noi duemila anni fa, significherà che dovremmo ritornare alle catacombe, poco male, il martirio è più forte della legge.

Con la Forza del martirio e della Fede un manipolo di uomini malnutriti, vessati, torturati e rifugiati nelle catacombe nel giro di qualche secolo si è imposto sulla più estesa e potente potenza militare del mondo. Ora quella potenza, quell’impero che li aveva disossati e scarnificati, è scomparsa nella polvere dei millenni ma l’Ideale per il quale quegli uomini hanno sofferto c’è ancora.

Oggi ci sono nuovi imperi, nuove leggi e nuovi tutori dell’ordine, ma la Fede è un Esempio per tutti noi, le lance romane che hanno trafitto il costato di Cristo sono ora sepolte dall’oblio mentre Cristo e il Suo messaggio è ancora vivo fra noi, egualmente, nessuna legge e nessun decreto potrà fermare la necessità dell’uomo di incontrarsi con Dio.

Emanuele Franz

26.03.2020

Nel giorno di San Emanuele martire d’Anatolia, condannato a morte per aver rifiutato di abdicare la sua Fede