Quegli artisti di sinistra guardiani del conformismo

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Nel numero di settembre di CulturaIdentità in edicola da oggi e dedicato ai 90 anni della Mostra del Cinema di Venezia l’imperdibile intervista di Fabio Dragoni a Pietrangelo Buttafuoco e l’intervento di Maria Giovanna Maglie sul conformismo degli artisti italiani di sinistra. Non è vero che la Destra non produce cultura, vedi giganti come Pietro Germi, Giuseppe Berto, Mario Praz, Montanelli con Il Giornale e le sue pagine culturali, per non parlare di artisti incollocabili come Giorgio Gaber: “Giorgio era proprio uno di testa libera […]. Piuttosto viene da domandarsi se esista un pubblico non di sinistra. Il lettore e lo spettatore di destra forse non esistono”.

Oggi invece gli artisti sono “i guardiani dell’immensa fureria del conformismo e dell’obbedienza” (Buttafuoco) nel salotto di Fazio: come scrive la Maglie nel suo intervento per CulturaIdentità, oggi “il Partito dello Spettacolo è schierato con un unico manuale Cencelli su come comportarsi, che film girare e occupa tutti gli spazi della cultura”, con gli artisti che fanno gli agit prop della sinistra, vedi Loredana Bertè, vedi Elodie, vedi i Maneskin, tutti allineati, tranne poche e faticose eccezioni, al pensiero unico dominante.

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4 Commenti

  1. La sinistra non fa che mordersi la coda. E così, per loro, oltre i loro concetti ideologici c’è solo il vuoto. Agli italiani non resta che aspettare l’esito delle elezioni politiche del 25 corrente.
    Blocco navale sì. Blocco navale no. Tutti a citare risoluzioni dell’Onu. Leggi internazionali. Legge del mare. E mille altre risoluzioni contrarie al blocco, sfornate per l’occasione o già esistenti, da questo o da quell’altro istituto nazionale o internazionale che obbliga la raccolta dei naufraghi tra le onde del mare Mediterraneo in questo caso. Eppure, tutta questa gente bara e bara, per la semplice ragione che tra quelle onde placide o spumeggianti non ci sono naufraghi che il mare ha disarcionato dal natante che li ospitava. Ma soltanto trafficanti di carne umana e gente che ha pagato questi criminali per essere scaricati sui moli italici con la complicità delle Ong, che a loro volta hanno il loro tornaconto a farlo. Incuranti dei possibili morti, anche perché quelle vittime diventano strategiche nel ventaglio di pressioni delle Ong. Che, in aggiunta, hanno pure la certezza di agire sotto l’ala protettiva di un ministro dell’interno che non solo non difende i confini, ma li spalanca. E tutti insieme, dando sfogo a tutte le metamorfosi del potere, calpestano ogni legge del Mare e del vivere civile. Fermare questa gente, quindi, è un dovere e un obbligo a cui uno Stato non può sottrarsi. Qualsiasi cosa ne possa pensare Mattarella a titolo personale. Anche perché insieme a tutti gli altri funambuli ideologici che questa narrazione vogliono imporre agli italiani, sono una minoranza. Ed è cosa buona e giusta, in democrazia, che ne prendano consapevolezza. Per il bene dell’Italia e degli italiani.

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