70 anni fa iniziavano le trasmissioni TV della RAI

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È la mattina di domenica 3 gennaio 1954, con la Seconda guerra mondiale terminata da meno di un decennio e un paese che  inizia a rialzarsi da quella tragedia. Finita l’era di Alcide De Gasperi, il presidente è Giuseppe Pella, ma sta per lasciare l’incarico (si dimetterà due giorni dopo) ad un giovane Amintore Fanfani. Al Quirinale, Luigi Einaudi.

Alle 11 l’annunciatrice televisiva Fulvia Colombo avvia le trasmissioni televisive regolari del Programma Nazionale, l’attuale Rai 1 con queste parole: “La Rai − Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”. Il primo programma televisivo in assoluto è Arrivi e partenze, condotto da Mike Bongiorno e Armando Pizzo. La sera stessa prende il via La Domenica Sportiva, il programma più longevo della televisione, ancora oggi in onda

L’acronimo Rai, erede dell’Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) significa allora Radio Audizioni Italiane, dopo un decreto luogotenenziale del 26 ottobre 1944. Resterà tal quale anche dopo che a quelle audio si affiancheranno le trasmissioni tele-visive. Alla fine della guerra sono rimaste solo dodici stazioni a onde medie e due a onde corte. Nel 1945 il sistema radiofonico italiano viene riunificato sotto la Rai e i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti.

Il 25 giugno 1946, giorno dell’insediamento dell’Assemblea Costituente, iniziano le trasmissioni di Oggi al Parlamento.

Nel 1948 termina la ricostruzione dell’infrastruttura radiofonica, danneggiata durante la guerra, con il completamento della nuova rete nazionale di ventotto trasmettitori. Le due reti si espandono fino a coprire tutto il territorio nazionale.

Inizia contestualmente la fase pionieristica e sperimentale delle trasmissioni televisive. Il 10 settembre 1952, dalla sede Rai di Milano, viene testato avviato il primo telegiornale con la notizia trasmessa riportava la regata storica di Venezia.

Il 26 gennaio 1952 il Governo firma una convenzione con cui venne concessa alla Rai l’esclusiva delle radioaudizioni circolari, della televisione e della filodiffusione fino al 15 dicembre 1972. Contestualmente, tutte le azioni della società passano all’IRI, ponendo la Rai sotto il controllo indiretto del governo italiano. Il 19 novembre si decide l’istituzione del canone televisivo introdotto l’anno successivo. Pochi mesi dopo lo storico annuncio di Fulvia Colombo, il 10 aprile, la Radio Audizioni Italiane S.p.A. cambia la denominazione sociale in Rai – Radiotelevisione Italiana S.p.A.

L’avvio delle trasmissioni televisive comporta durante gli anni cinquanta la costruzione della rete nazionale dei trasmettitori televisivi. Nel 1955, in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica, si tiene la prima telecronaca della seduta parlamentare. L’anno successivo, i VII Giochi olimpici invernali, disputati a Cortina d’Ampezzo, sono i primi a essere trasmessi a un’audience internazionale in Eurovisione.

Nel 1957, con un decennio di anticipo rispetto alla tempistica inizialmente prevista, tutto il territorio italiano è coperto dal segnale televisivo. Il 3 febbraio la Rai inizia a trasmettere messaggi pubblicitari in TV con Carosello, mentre il 19 dicembre a Roma si inaugura lo storico centro di produzione televisivo di via Teulada 66. Sono gli anni in cui il servizio pubblico è fondamentale anche come collante del paese, il 25 novembre 1958 iniziano i corsi di Telescuola, rivolti ai ragazzi impossibilitati a frequentare la scuola obbligatoria. A questo, nel 1960, si affiancherà Non è mai troppo tardi, programma rivolto agli adulti analfabeti, condotto dall’amabile maestro Alberto Manzi. Ormai l’Italia ha voltato pagina, la tragedia bellica è definitivamente alle spalle e il nuovo miracolo economico del paese completato.

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