Serve una cultura della prevenzione per salvare il nostro patrimonio

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Non possiamo abbondare il nostro patrimonio culturale e architettonico del nostro Paese, altrimenti si rischia l’estinzione dei nostri gioielli. Ecco perché serve una cultura politica ed economica, non più concentrata solo sull’immediato con operazioni di facciata, ma una cultura della sicurezza a lungo termine, che oltre che salvaguardare i cittadini, tuteli e salvaguardi il patrimonio culturale, architettonico e ambientale.  E’ quanto afferma Fernando Cordella Presidente di ANPPE Vigili del Fuoco, realtà associata a CulturaIdentità

Quello che è accaduto la sera del 2 ottobre 2021 a Roma, l’incendio che ha interessato il Ponte dell’Industria, meglio noto ai romani come Ponte di Ferro, è la dimostrazione di un incuria da parte dell’Amministrazione senza precedenti, la cattiva manutenzione con la presenza di  vegetazione secca e rifiuti, ne è la testimonianza.

Si parla tanto di adottare una concreta pianificazione per le emergenza, ma la maggior parte dei nostri siti di interesse valore artistico culturale delle nostre città sono nell’assoluto abbandono e in alcuni casi pericolosi.

L’incendio, che potrebbe essere stato originato da alcune baracche che si trovano a margine del fiume, certamente è stato alimentato dalla folta vegetazione sottostante e che ha ulteriormente peggiorato la situazione, impegnando per quasi tre ore per lo spegnimento i Vigili del Fuoco, con il conseguente di crollo della passerella dei servizi ed il distacco di luce in un’ampia zona della capitale.

Già nel febbraio 2013 e nell’estate 2017, incendi hanno interesso le rive del Tevere in prossimità del Ponte di ferro. Anche in quei casi le fiamme interessarono la vegetazione ed alcune baracche presenti sulle rive, circostanza che dimostra come nel corso degli anni non siano state fatte adeguate opere di prevenzione.

Per capire l’importanza dei nostri gioielli, è utile raccontare un po’ la storia del Ponte: quando si decide di sostituire con la Stazione Termini la periferica e poco funzionante stazione ferroviaria di Porta Portese (ancora visibile in viale Trastevere), cui faceva capo la linea Roma-Civitavecchia, per unire questa linea con quella di Roma-Ceprano, su proposta del governo pontificio, fu concessa l’autorizzazione a costruire un ponte ferroviario sul Tevere tra il monte Testaccio e la zona di S. Paolo. Attraverso questo ponte, denominato inizialmente «San Paolo» dalla vicina Basilica sull’Ostiense, la linea Roma-Civitavecchia avrebbe raggiunto agevolmente Roma-Termini, stazione che intorno al 1860 stava assumendo il ruolo di stazione centrale. Nel 1911, con la realizzazione del vicino ponte ferroviario in muratura, ebbe termine la primitiva funzione ed oggi, con il nuovo nome di “Ponte dell’Industria”, il manufatto è utilizzato, oltre che per smaltire una discreta quantità di traffico, anche per il passaggio di un gasdotto.

La struttura originaria del ponte, era composta da arcate in ferro e ghisa appoggiate su piloni realizzati con tubi di ghisa e calcestruzzo. La parte centrale era costituita da due capriate che si aprivano per consentire il passaggio dei piroscafi sul Tevere e dei bastimenti armati: l’infrastruttura funzionava anche da ponte levatoio. La prima prova di carico avvenne nel luglio del 1863, con il passaggio di due treni in contemporanea. Due mesi più tardi, il 24 settembre, sul ponte transitò il primo treno della linea Roma-Civitavecchia: l’evento avvenne in presenza del Papa Pio IX. Dopo circa 50 anni – nel 1911 – il ponte dell’Industria  fu sostituito da ponte San Paolo per la viabilità ferroviaria.

Il patrimonio culturale italiano conta qualcosa come 3500 musei, 18500 biblioteche, oltre 20000 tra castelli, ville e palazzi, 900 teatri, 3000 siti archeologici, 95000 chiese e 1500 monasteri e diverse costruzioni di archeologia industriale come il Ponte di Ferro che fanno parte di questo patrimonio, serve una politica  che metta al centro del proprio impegno la sicurezza del patrimonio storico-artistico del Paese, sia per il rischio incendio, con una manutenzione e pulizia delle aree di pertinenza, sia per altri rischi come alluvionale e sismico.

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