S’infiamma la Corsica per l’indipendenza

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Il popolo corso dal 1768 difende la propria identità e chiede alla Francia il suo riconoscimento. Nell’ultima settimana nelle città dell’isola hanno avuto luogo diverse manifestazioni. La risposta delle autorità francesi è stata violenta e repressiva. Centinaia di persone hanno protestato contro lo stato francese, accusato di non aver tutelato a sufficienza il militante indipendentista corso Yvan Colonna, attualmente in gravissime condizioni dopo essere stato aggredito in carcere da un altro detenuto lo scorso 2 marzo, giorno in cui sono iniziate le proteste che hanno assunto contorni violenti questa settimana.

Venerdì un gruppo di circa cinquanta manifestanti ha cercato di forzare l’entrata della caserma di Porto Vecchio per poi assaltarla. Secondo il procuratore di Ajaccio, capoluogo della Corsica, «sono stati danneggiati veicoli professionali e personali dei gendarmi» e ci sarebbero stati lanci di bombe molotov. Nonostante ciò nessuno è stato ferito, né ci sono stati arresti. Nella stessa giornata si sono svolte altre manifestazioni in tutta l’isola, per lo più pacifiche.

L’episodio violento non è stato né il primo né un caso isolato: mercoledì un gruppo di manifestanti si era scontrato con la polizia ed era riuscito ad entrare nel palazzo di Giustizia di Ajaccio; giovedì un gruppo di circa venti persone aveva lanciato esplosivi artigianali contro la prefettura di Bastia, seconda città della Corsica per numero di abitanti.

Gli scontri sono strettamente legati alla vicenda di Yvan Colonna, pastore di Cargese e militante indipendentista, tra i più ricercati di Francia alla fine degli anni Novanta, quando fu accusato di aver fatto parte del commando che uccise il prefetto francese Claude Érignac (1998). Colonna fu condannato in via definitiva e sottoposto al DPS (Détenu particulièrement signalé), un regime di sorveglianza speciale. Per via di questo regime a Colonna fu sempre negato il riavvicinamento in una prigione corsa ed infatti era detenuto ad Arles, in Provenza, insieme agli altri due membri del commando. Secondo la versione delle autorità, Colonna sarebbe stato aggredito da un detenuto camerunense, Franck Elong Abé, per via di un litigio durante il quale Colonna avrebbe offeso la sua fede islamica. Gli indipendentisti corsi, però, accusano la polizia carceraria di non essere intervenuta per difendere Colonna. Abé,infatti, avrebbe strangolato e picchiato Colonna per otto minuti, provocandone la morte cerebrale.

Dopo l’aggressione e le prime proteste, il primo ministro francese Jean Castex ha annunciato che verrà revocato ai tre prigionieri il regime DPS, ma questa decisione è stata giudicata dai manifestanti indipendentisti oltraggiosa e fuori tempo massimo, date le condizioni di Colonna. La vicenda del carcerato si è rivelata un nuovo catalizzatore per le antiche divergenze tra indipendentisti corsi e governo centrale francese, che continua pervicacemente a negare ai corsi il riconoscimento della propria identità, la liberazione dei prigionieri politici e l’ufficializzazione del bilinguismo.

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