Sono passati 15 anni da quel maledetto 6 aprile 2009, quando la città dell’Aquila e altri comuni vicini furono colpiti da quel terribile terremoto che provocò 309 vittime tra cui molti studenti e con il patrimonio storico-architettonico abruzzese gravemente danneggiato.
Tragedie come quelle dell’Aquila devono far pensare che l’unico strumento possibile è quello di puntare sulla prevenzione, per evitare perdita di vite umane e per tutelare il nostro patrimonio edilizio, culturale, storico, del nostro splendido Paese, ricordiamo che il terremoto non si può evitare, ma la tragedia sì.
Il ruolo dei soccorritori è importante e indispensabile, ma prima del loro intervento, che in tanti casi diventa rischioso per la propria vita, basti pensare, come appena poche ore dal terremoto aquilano, diverse squadre di Vigili del Fuoco del paese operavano nella zona di cratere, con in atto una sequenza sismica, senza precedenti. Per questo i decisori politici devono investire su azioni di prevenzione e messa in sicurezza, affinché, in caso di eventi eccezionali, si attenui fortemente il danno sia di vite umane che economico, quest’ultimo riferito anche alla distruzioni del patrimonio storico-architettonico.
Dobbiamo segnalare che ad oggi manca una mappa del rischio sismico unica e aggiornata a tutte le numerose conoscenze disponibili, che evidenzi chiaramente le aree del paese che hanno maggiore probabilità di subire vittime e danni gravi a causa di futuri terremoti e che consentirebbe di delineare un solido quadro di priorità d’intervento. La prevenzione sismica dovrebbe diventare, già da oggi, parte integrante della preparazione all’emergenza nel momento in cui la valutazione dei fattori di rischio trovassero una descrizione negli specifici territori. Poi questa condizione si dovrebbe trasformare in capacità d’intervento per ridurre le vulnerabilità.
Una altro aspetto che si tralascia, da diversi anni, è la pianificazione. In particolare la pianificazione a lungo termine, legando i concetti di prevenzione dei rischi e di sviluppo sostenibile in sicurezza.
Va fatto ogni sforzo per diffondere una cultura del rischio e costruire una prevenzione, coinvolgendo il cittadino come attore consapevole e determinare un’indifferibile inversione di rotta rispetto all’evidente deficit di prevenzione che grava soprattutto in talune aree del territorio nazionale, dove si può prefigurare una vera e propria condizione di continua emergenza che in alcuni casi sembra non voler essere superata, in particolare dalle amministrazioni locali.