Tutte le forme di violenza, non solo quella fisica

0

La violenza che non sfocia in un gesto che provochi l’uccisione della vittima può, all’interno del rapporto personale o familiare, essere traumatica e dare l’avvio a disturbi post-traumatici da stress (Paola Balocco, Catastrofe e cambiamento). L’intento è di annientare l’identità della vittima, generando una condizione di subordinazione attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte.

Esistono diverse forme di violenza:

1. Fisica: volta a far male o spaventare; 2. Psicologica: fatta di insulti, ricatti, umiliazioni, volta a ledere l’identità della persona; 3. Sessuale: con l’imposizione di pratiche e/o rapporti indesiderati, tramite la forza o ricatti psicologici; 4. Economica: che impedisce, ostacola o concorre a far sì che la donna sia costretta in una condizione di dipendenza quando non ha mezzi economici per sé e per i propri figli.

La relazione inizia senza particolari difficoltà. L’aggressività e la violenza si manifestano gradualmente: il partner inizia ad abbattere l’autostima della donna, ignorandola, svilendola, ridicolizzata pubblicamente… Le reazioni della donna sono tese a prevenire l’escalation nel momento in cui inizia ad avvertire la tensione in aumento con comportamenti accondiscendenti rinforzando involontariamente nell’altro la convinzione di essere nel giusto e facendo crescere la convinzione di avere il diritto di agire in modo violento. Si arriva poi alla fase di “esplosione o aggressione”, in cui l’uomo dà l’impressione di perdere il controllo e passa ad agire la violenza fisica. Ai “semplici” spintoni e schiaffi si aggiungono pugni, calci, percosse con oggetti, fino all’estremo uxoricidio.

Spesso alla violenza fisica si associa la violenza sessuale, utilizzata dall’uomo per sottolineare il proprio potere e predominio sulla partner. La donna tende a non reagire poiché si rende conto che le cose potrebbero peggiorare. La terza ed ultima fase del ciclo della Walker, è la cosiddetta fase di “contrizione amorosa”, nota anche in letteratura come “Fase della Luna di Miele”. L’uomo si mostra dispiaciuto e pieno di attenzioni, si scusa con la sua vittima e promette che non si comporterà mai più in quel modo. Questi comportamenti, tuttavia, rappresentano un’ulteriore manovra manipolatoria: la donna spesso crede nel pentimento del partner e lo perdona.

È in questa fase che molte donne, nella speranza che il partner cambi davvero, possono giungere a ritirare la richiesta di separazione o a revocare la testimonianza, resa ad esempio nell’ambito di un procedimento penale. Le speranze però, puntualmente disilluse, determinano l’inizio del nuovo ciclo della violenza.

Non sempre nelle relazioni violente tutte le fasi sono rappresentate o hanno limiti precisi. La descrizione teorica non riesce a illustrare tutto il ventaglio di possibilità, ma dà un’idea di ciò che potrebbe accadere.

ABBONATI A CULTURAIDENTITÀ

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

7 − cinque =