Claudia Conte: con il Vespucci a portare l’Italia nel mondo

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È stata definita “la nave più bella del mondo”. Il Vespucci, il grande tre-alberi della Marina Militare, sta compiendo un’impresa storica: il suo secondo giro del mondo. A presentare la tappa di ripartenza di Buenos Aires e a raccontarci il Tour Mondiale della Signora dei Mari Claudia Conte, giornalista, conduttrice, scrittrice, ora anche presidente nazionale del comparto Federitaly Comunicazione e Media. Una nomina fresca d’inchiostro che premia il suo impegno per la promozione del Made in Italy nel mondo, annunciata proprio nella Giornata Nazionale del Made in Italy lo scorso 15 aprile. “Io ci credo davvero – ha detto la Conte a CulturaIdentità – credo davvero nella nostra nazione, nella nostra storia, nella cultura e nei valori che incarniamo”.

Quando parli del Vespucci si sente l’emozione che provi. Raccontaci.

È un’impresa storica, quella della Nave Scuola della Marina Militare. Il Vespucci non solo addestra i giovanissimi cadetti che porta a bordo come di consueto, ma diventa ambasciatore di tutto ciò che rappresenta l’Italia. Dal Made in Italy alle nostre eccellenze fino alla sua posizione internazionale. Così questo viaggio, come dice il ministro Crosetto, lo farà non solo una nave e il suo equipaggio, ma l’Italia intera. Il progetto, voluto dal Ministero della Difesa e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio e da 11 dicasteri, prevede l’allestimento di otto “Villaggi Italia” che avranno lo scopo di far conoscere meglio il nostro paese ai popoli che incontreremo.

Ovvero?

Come ti dicevo, il Vespucci è incaricato di essere una vera e propria ambasciata culturale col resto del mondo. I “Villaggi Italia” allestiti in collaborazione con Difesa Servizi, società in house del Ministero della Difesa, sono solo uno dei tanti aspetti di questa impresa. Col Vespucci e con il Villaggio Italia ad esempio viaggia anche la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità. Poi vi saranno mostre fotografiche e rassegne cinematografiche. Ora il Vespucci ha doppiato Capo Horn, uno dei tratti di mare più difficili al mondo, una vera fatica epica. Sta veleggiando verso Los Angeles, poi le altre tappe del Villaggio Italia a Tokyo, Singapore, Mumbay e negli Emirati Arabi. L’ultima tappa sarà Durazzo e infine il ritorno in Italia.

E pochi giorni fa è ripartito da Buenos Aires…

La tappa di Buenos Aires è stata molto significativa. Metà della popolazione argentina è di origine italiana. Ricordare a queste persone che hanno delle radici nella nostra penisola è importantissimo, così come rinsaldare i legami tra l’Italia e la grande repubblica sudamericana. L’importanza di questi incontri è testimoniato dal fatto che mentre il Vespucci faceva vela verso il Rio della Plata, il Presidente del Consiglio Meloni e il nuovo capo di Stato argentino Javier Milei si incontravano ufficialmente. Il 4 marzo, finalmente il nostro veliero è entrato nell’enorme estuario del Rio della Plata e si è svolto un grande evento per la ripartenza del tour mondiale.

Le coincidenze significative: Amerigo Vespucci nell’aprile 1502 fu nella prima spedizione europea a raggiungere quel fiume. Di lì a poco il suo nome verrà dato all’intero Nuovo Mondo, prima che alla nostra nave-scuola, varata nel 1931…

Italia e Argentina sono legate da un destino lunghissimo. Gli italo-argentini potranno conoscere meglio la loro terra ancestrale grazie all’impresa del Vespucci, e magari saranno spinti a venire a visitarla. Del resto, il 13% del PIL italiano ruota attorno al turismo, e dunque incentivare chi ha radici nel nostro paese a tornare a scoprirle è importante. Tanto più che spesso e volentieri queste radici affondano in quei piccoli borghi che oggi si stanno spopolando e che sono lontani dalle consuete tratte turistiche. Ricordare a decine di milioni di italiani nel mondo che provengono “da quel piccolo borgo” significa incentivarli a tornarvi. E magari – perché no? – a investire, comprare casa, perfino pensare di re-migrare in Italia. In un momento di crisi demografica per noi sarebbe auspicabile incentivare il ritorno degli italiani all’estero.

Quello del Vespucci è un viaggio di ben due anni…

Sì. Pensa a loro, i nostri marinai che lasciano la casa per stare due anni in mezzo all’oceano. Là non prende il telefonino, non c’è internet… l’impresa ricorda il romanzo di Melville.

Insomma, ti sei affezionata ai marinai del Vespucci?

Non c’è dubbio. Ho anche passato il mio ultimo compleanno durante la tappa a Buenos Aires! Mi sono trovata meravigliosamente con loro, a partire dal comandante Giuseppe Lai fino all’ultimo membro dell’equipaggio. La nave ospita oltre al suo equipaggio, infatti, circa 140 ragazzi giovanissimi dell’Accademia di Livorno che imbarcano in estate. Sono stata profondamente colpita dall’impegno, dalla motivazione e dallo spirito di abnegazione dimostrato da tutti. Valori ormai sono rari e che la Marina Militare possiede, preserva e conserva. I marinai mettono al primo posto il loro dovere e il senso dello Stato e dell’uniforme che indossano. Del resto, io sono figlia di un poliziotto, e comprendo perfettamente cosa voglia dire.

Come diceva Mazzini, ci vogliono i “Doveri dell’Uomo”.

Esatto. E per restare in tema di citazioni, “non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”. J.F. Kennedy. Questi ragazzi danno tantissimo al nostro paese. E sarebbero un ottimo esempio per i loro coetanei. Quando il Vespucci fa le sue campagne nelle acque italiane e fa salire a bordo in visita le scolaresche l’effetto sui ragazzi è visibile. Sicuramente iniziative come queste aumenterebbero la vocazione, ora che la leva obbligatoria non c’è più. Questi ragazzi lanciano ai loro coetanei il messaggio giusto: si possono fare grandi cose con l’impegno e la determinazione.

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