Albignasego

Albignasego

Il Comune in provincia di Padova ospita ville storiche oggi restituite alla cittadinanza

Albignasego è il Comune più popoloso della provincia di Padova e si distingue per la ricchezza dei servizi e la vitalità degli eventi che arricchiscono i quartieri, fattori che contribuiscono all’aumento del numero di famiglie che scelgono di stabilirsi sul territorio. L’Amministrazione comunale presta particolare attenzione all’ambiente, alla viabilità e alla sicurezza, caratteristiche che rendono Albignasego un luogo ideale per chi cerca una qualità di vita elevata.

Nonostante la sua crescita e modernizzazione, Albignasego conserva un importante patrimonio storico, con la Villa Obizzi come principale testimone del passato. Questa villa, simbolo della tradizione del comune, è oggi un centro culturale che ospita sale Comunali la biblioteca, e il suo parco offre un’area di svago e riflessione per i cittadini. La trasformazione della villa in uno spazio pubblico e culturale dimostra come Albignasego sappia preservare e valorizzare il proprio patrimonio storico, integrandolo perfettamente nella vita moderna della comunità.

Villa Obizzi, costruita tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, è uno degli edifici più rappresentativi di Albignasego. L’anno di edificazione non è noto con certezza, ma gli elementi stilistici dell’edificio permettono di collocarla in questo periodo. Il committente della villa sarebbe stato Pio Enea degli Obizzi, nobile figura della famiglia che, nel corso del Cinquecento, ebbe una grande influenza a Padova e nella Serenissima Repubblica di Venezia. Sebbene la villa non abbia un’origine documentata, la sua rilevanza storica e culturale è innegabile. Nel corso dei secoli, ha ospitato personaggi illustri come il Cardinale Gregorio Barbarigo nel 1708 e il Cardinale Rezzonico, futuro Papa Clemente XII, nel 1747.

Nel corso della sua storia, la villa è passata di mano più volte. Dopo essere stata la residenza della famiglia Obizzi, è stata acquisita dai Da Porcia e successivamente dalla famiglia Salomon nel 1865. Nel 1903, la villa è stata acquistata dal Comune di Albignasego per 15.500 lire, segnando l’inizio di una serie di restauri e trasformazioni. Il primo restauro significativo avvenne tra il 1907 e il 1909, quando l’edificio venne adibito a scuola. Tra il 1919 e il 1933 fu ampliato, mentre successivi interventi di restauro si susseguirono, soprattutto quando l’edificio cadde in stato di abbandono negli anni Sessanta a causa della costruzione della scuola Da Vinci. Nel 2005, la villa venne riaperta al pubblico dopo un ulteriore restauro che ne ha restituito il fascino originario, trasformandola in un centro culturale per la comunità.

Circondata da un incantevole parco, la villa è oggi un centro culturale che ospita sale  comunali, la biblioteca di Albignasego, aule studio e sala Matrimoni, mentre la barchessa della villa, restaurata nel 2008, accoglie la Sala G. Verdi e la Sala Consiliare, diventando così uno spazio fondamentale per eventi culturali e amministrativi. Il Parco della Rimembranza, che si estende attorno alla villa, è un luogo di memoria storica e di svago, che conserva tracce della storia del comune e offre uno spazio verde per i cittadini.

Albignasego non è solo Villa Obizzi, ma un’intera area che conserva tracce di un passato affascinante. La storia di Albignasego è strettamente legata alla famiglia Obizzi, che ha lasciato il segno in tutta la regione. Pio Enea Obizzi, infatti, è anche il costruttore del Castello del Catajo, una delle residenze nobiliari più importanti del Padovano, testimoniando il ruolo centrale che questa famiglia ha avuto nella storia della zona. Il castello, situato nel comune di Battaglia Terme, è ancora oggi una delle attrazioni turistiche più visitate della provincia.

Oggi, Albignasego continua a evolversi, valorizzando il proprio patrimonio culturale e storico. La riapertura della Villa Obizzi al pubblico come centro culturale rappresenta un punto di riferimento per la comunità, che trova in questo luogo non solo la memoria del passato, ma anche un’opportunità di crescita culturale e sociale. La trasformazione della villa in un centro di vita pubblica e culturale è un esempio di come i luoghi storici possano essere preservati e al contempo rinnovati, mantenendo salda la connessione tra passato e presente.

[Alvaro Gradella]

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