Anagni

Anagni

Nella Città dei Papi la cultura è di casa

Tra le vie del borgo resiste una realtà immune dal politicamente corretto

La parola “Cultura” viene dal verbo latino “colere” che significa “coltivare”.  Organizzare spettacoli, eventi, mostre, accrescere e migliorare la fruizione delle opere custodite nei musei e biblioteche non è quindi solo un’esperienza che si consuma nell’attimo in cui viene vissuta. È molto di più. È, o dovrebbe essere, semenza per una città migliore: quella in cui comunità, identità e solidarietà non siano parole svuotate del proprio significato ma, al contrario, centrali nell’azione quotidiana.

Proprio per questo è nel mondo culturale il terreno di scontro tra visioni del mondo antitetiche: da una parte quella che potremmo definire, semplificando, del politicamente corretto, dei diritti senza doveri, dell’omologazione contro quella delle identità e delle differenze che si confrontano e non si annullano. Per quanto la prima sembri vincente, nell’Italia dei mille campanili sono molti i paesi e i borghi fieri della propria storia, che attualizzano il passato con eventi d’arte, spettacolo e pensiero capaci di far rivivere l’Italia della bellezza. È lì, nella provincia profonda, nella dimensione vera e strapaesana che sfugge ai radar del politicamente corretto, la ripartenza.

Come accade nella splendida Anagni, in provincia di Frosinone, città natale e residenza di ben quattro Papi. Passeggiare per le vie del suo centro è un’esperienza che penetrando dagli occhi racconta la bellezza e l’importanza della sua storia: il palazzo dei Papi, chiamato Palazzo di Bonifacio VIII, che Federico II definì “come la regia del sole” o la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, qui furono canonizzati, fra gli altri, Santa Chiara d’Assisi e Bernardo da Chiaravalle e, per converso, scomunicati Federico Barbarossa, Federico II.

Eppure il Sindaco Natalia e la sua giunta non si accontentano di vivere nelle, e delle, bellezze del passato e quest’estate hanno arricchito la città con eventi degni della splendida cornice cittadina.

Il 18 e il 25 luglio con “Cultura in Corso” hanno ripreso vita le strade svuotate dal distanziamento sociale: lungo corso Vittorio Emanuele, tredici postazioni di musica dal vivo, pittori, artisti di strada, artigiani del territorio. Fare cultura non significa solo portare da fuori le migliori eccellenze ma anche, e soprattutto, esaltare quelle che si hanno in casa.

Il 4-5-6 settembre, invece, è stata la storia della città a tornare protagonista con la terza edizione de “I giorni dello schiaffo”: spettacoli teatrali, sbandieratori, visite guidate e approfondimenti per ricordare l’episodio più famoso della lunga storia di Anagni.

A breve arriverà la XXVII Edizione del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale. Un’edizione ridotta, per il Covid, ma, comunque, di alto profilo. Tantissimi eventi, senza dimenticare il successo della terza edizione del Festival di CulturaIdentità, che dimostrano come, se ci sono volontà e capacità, sia possibile fare cultura ispirandosi alla grandezza della propria identità proiettandosi nelle sfide del futuro.

Emanuele Merlino

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