Guardia Sanframondi

Guardia Sanframondi

Guardia Sanframondi, presidio di bellezza, cultura e sviluppo

La vicepresidente del consiglio comunale Fiorenza Ceniccola: «Ci sono tutti i presupposti per il riconoscimento di Città d’Arte»

Guardia Sanframondi ha nel nome la sua origine. Un bastione di difesa del regno normanno, fondata da Raone o dal figlio Guglielmo Sanframondo, nelle terre antiche del Sannio. Una storia che riparte, perché quel lembo di terra era abitato – come tutto il territorio circostante – fin dal Paleolitico.
Eppure se Guardia Sanframondi è famosa, nel mondo, non lo è (solo) per la sua pur invidiabile storia. Qui, infatti, ogni sette anni si svolge la processione dei battenti che rappresenta il culmine dei riti settennali che si celebrano in onore della Madonna Assunta.
Per tutta una settimana, i rioni del borgo scendono in processione. Fino a che, la domenica, si sfila tutti insieme. Vanno in processione i Misteri rappresentati da autentici “quadri viventi”. Quando va in scena l’ultimo dei misteri del primo rione, arriva l’ora dei battenti: San Girolamo penitente è il “loro” santo e da questo momento che parte la loro processione che deve culminare a piazza Castello quando, genuflessi, sfileranno colpendosi il petto dinanzi alla statua dell’Assunta.
I frequenti e inesorabili colpi della “spugna”, un disco di sughero da cui spuntano trentatré aghi, tenuta stretta nella mano destra mentre nella sinistra si regge un crocefisso, provocano l’apertura delle ferite sul petto dei battenti che, oltre a inzupparsi del sangue dei penitenti è, di tanto in tanto, bagnata da sorsi di vino bianco, utilizzato dai battenti stessi per evitare che la ferita si chiuda.
Ma Guardia Sanframondi non è “solo” i Riti Settennali. E sarebbe un peccato dover aspettare fino al 2024, anno in cui dovrebbero tenersi – di nuovo – per visitarla. Anche perché il borgo, già interessante per le sue tradizioni, è un’autentica perla d’arte.
Per questo l’amministrazione comunale, retta dal sindaco Raffaele Di Lonardo, sta meditando di chiedere alla Regione Campania il riconoscimento, tanto atteso, di “città dell’arte”. L’iter burocratico è lungo, «ma ci sono i presupposti perché si possa realizzare», ci dice  la vicepresidente del consiglio comunale Fiorenza Ceniccola, che ha posto la propria firma a questa iniziativa: «Ieri è stato protocollato l’ordine del giorno in merito alla candidatura di Guardia a città d’arte: una prospettiva nuova per la città, lo status di città d’arte nazionale è un riconoscimento che dà visibilità  al nostro  borgo, ricco di percorsi turistici e punto di riferimento per lo sviluppo non solo regionale. Sono convinta che la Bellezza , sinonimo di Cultura e  Sviluppo, possa rappresentare un formidabile strumento per avviare la ripartenza della nostra comunità. L’idea ispiratrice è quella di avviare un progetto di sviluppo comunitario incentrato sulla “Bellezza” e declinarla nella quotidianità per far rivivere la “Wardia Bella” animata da un popolo che nei secoli trascorsi ha saputo e voluto far sue le istanze propositive del mondo dell’arte». E si punta proprio sulle bellezze artistiche che, come nota Ceniccola, fanno di Guardia Sanframondi «una straordinaria gemma del Sud, dove si può visitare la piccola Cappella Sistina del Sannio rappresentata dalla chiesa di San Sebastiano che costituisce un vero gioiello dell’arte barocca e dove si possono ammirare le tele e gli affreschi di Paolo De Matteis, stucchi di Domenico Antonio Vaccaro e negli anni scorsi la pregevolissima scultura argentea di Gaetano Starace (su disegno dello stesso De Matteis) raffigurante». Non solo arte barocca: «A Guardia Sanframondi si trova la Rassegna d’Arte Contemporanea Permanente (unica al mondo) dedicata alla cultura del vino che può essere ammirata nella Casa di Bacco realizzata (senza alcun contributo né finanziamento pubblico) in uno dei palazzi che fanno da cornice alla piazza antistante il castello dei Fremondo». Un presidio, anzi una “Guardia” di bellezza che attende quindi soltanto di essere (formalmente) riconosciuta.

Guido Igliori

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