La musica non si ferma a San Vincenzo La Costa
Il sindaco Iannotta: “Siamo una comunità con grandi capacità di crescita”
Incastonato alle pendici della catena costiera, a 500 metri sul livello del mare, con vista
sulla Valle del Crati, il borgo di San Vincenzo la Costa si presenta come una meta ideale del cosiddetto turismo slow, un turismo dell’accoglienza ambientale ed enogastronomico, sia per la storia che racconta il territorio, sia per la sua posizione geografica. Le sue radici affondano agli inizi del XV secolo, da una colonia di valdesi provenienti dal Piemonte.
A lungo chiamata San Vincenzo, dal nome del Santo Patrono, assunse il toponimo attuale nel 1863, quando un regio decreto aggiunse la specificazione, che riflette la voce calabrese “costa”, derivante a sua volta dall’omonimo termine latino con il significato di “angolo, piaggia, collina”. Nel suo territorio sono comprese anche le località di Gesuiti e di San Sisto dei Valdesi. Gesuiti, posto più in alto rispetto a San Vincenzo, si trova sul fianco del Monte Luta. Una vetta di circa 1230 metri molto amata dagli escursionisti. Raggiungibile anche attraverso un sentiero che parte dal passo della Crocetta, il valico che unisce la Valle del Crati alla costa tirrenica cosentina. San Sisto dei Valdesi, invece, si trova in collina a circa 450 metri sul livello del mare.
L’elemento di maggior pregio del patrimonio storico-architettonico è rappresentato dalla seicentesca chiesa parrocchiale di San Vincenzo Martire, in cui si possono ammirare suggestive statue processionali. Nel 1735, passò sotto la famiglia Vercillo, della quale oggi resta da ammirare lo splendido Palazzo Rossi. Così come è di apprezzabile valore il Palazzo Miceli, nel cuore del centro storico del borgo, sede del Museo Valdese e dell’Arte contadina “Scipione Lentolo”. “San Vincenzo è una comunità che ha grandi potenzialità di crescita- spiega il Sindaco Gregorio Iannotta – grazie alla sua posizione strategica ha sia un’alta vocazione al cosiddetto turismo delle radici ma è anche una cittadina residenziale, proprio alle spalle dell’Università della Calabria”. T
ra le iniziative più interessanti il Premio Oleario in collaborazione con l’associazione Olivicola Cosentina e la società Ketria. In concorso più di 60 produttori olivicoli, per la sezione “EVO” e la categoria “sarò IGP”.
Ma il fiore all’occhiello resta il Festival Internazionale della Fisarmonica concorso musicale curato dal maestro Pietro Pardino e dal direttore artistico Andrea Solano. Una kermesse che vanta il gemellaggio e il dialogo con il prestigioso Premio internazionale della Fisarmonica di Castelfidardo (An). Il concorso consta di quattro sezioni: Musica da Camera, Diatonica, Fisarmonica Classica e Varieté. A giudicare gli artisti in gara una giuria di esperti internazionali. “Ho sempre pensato alla risorsa che il Festival rappresenta per il territorio – ha dichiarato Iannotta – Stiamo organizzando, per quest’estate, la terza edizione che porteremo avanti anche in streaming se necessario- e conclude – Ho pensato però di rivederlo in una nuova veste legata ai nostri tempi, dove il passato più tradizionale incontrasse armoniosamente un presente più innovativo”.
Raffaella Salamina