Sant’Antonio Abate

Sant’Antonio Abate

A Sant’Antonio Abate la cultura è ricchezza

Il consigliere Calabrese: il Comune sarà punto strategico tra le province vicine

Un’unica grande festa che, ininterrotta, attraversa i mesi di gennaio e febbraio. È quello che accade a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, dove a partire dal 17 gennaio, ricorrenza del santo patrono, proseguono sino al Carnevale eventi religiosi, culturali ed enogastronomici. “Il Carnevale a Sant’Antonio Abate è tradizione – spiega il consigliere comunale Gennaro Calabrese – Viene celebrato ogni anno a partire dalla metà degli anni ’70 ed è sempre stato creativo, non solo a sfondo puramente ludico, ma, anzi, si consideri che con gli anni si sono sviluppate maestranze che hanno perfezionato la tecnica della carta pesta: la base per la realizzazione dei carri allegorici. Solitamente si svolgono due parate con annessi balli coreografici. Si tende a coprire l’intero arco della giornata cominciando con esibizioni, animazione ed intrattenimento. È un evento che attira adulti e bambini di tutto il circondario”. Ma quest’anno, a causa dell’emergenza Covid-19 non potranno esserci eventi, ma la promessa dell’agguerrito sindaco Ilaria Abagnale, eletta nel 2019 alla guida del bel Comune è di ritornare nel 2022 a festeggiare il Carnevale Abatese. Durante le feste periodo è possibile sentire, passando per la città all’ombra dei Monti Lattari, i tamburelli e le nacchere delle tipiche tammurriate, le danze tradizionali. Per le vie si spande l’odore dello street food napoletano e della porchetta, piatto tipico della tradizione gastronomica locale, tanto popolare da meritare una sagra che insidia il primato del santo abate cittadino. Qui anche il cibo diventa espressione culturale e identitaria di una popolazione che andando verso la modernità non abbandona gli usi tradizionali trasmessi di genitore in figlio. Valori che emergono proprio durante le celebrazioni religiose come la Fiera espositiva di Sant’Antonio Abate. L’obiettivo che fin da subito ci siamo proposti – sottolinea il sindaco – è investire sulla cultura del nostro territorio, poiché è la nostra ricchezza. Credo fortemente che preservare la cultura locale sia uno degli investimenti più importanti e sicuri che si possano fare”. Sono tanti i progetti strategici che la giunta si propone di mettere in campo nel prossimo futuro, spiega il consigliere: “Vogliamo essere un Comune di riferimento, un punto strategico tra Napoli, Costiera Amalfitana, Costiera Sorrentina e Salerno grazie alla riapertura completa dei collegamenti stradali. Vogliamo investire nella cultura per rendere Sant’Antonio Abate una meta turistica, avvicinare le persone alla storia del posto, ai nostri eventi”. L’obiettivo è “Sant’Antonio Abate centro di storia e cultura”. Perché “La cultura di un posto fa la sua ricchezza – sottolinea Calabrese – In conto abbiamo il progetto di messa in sicurezza e valorizzazione di ‘Villa Cuomo’” l’antica villa rustica romana scoperta nel 1974 e fiore all’occhiello dell’area abatese. “Saranno, poi, portati definitivamente alla luce i ritrovamenti di un tratto di strada romana, ‘stabiaenuceria’ – aggiunge il consigliere – che collegava Stabiae e Nuceria, una testimonianza importante per completare la nostra storia”. La città, dunque, si rivede ampiamente nel progetto della Rete delle Città Identitarie promossa dall’associazione CulturaIdentità.

M. N. I.