Si terrà stasera alle ore 18:30 l’incontro “Charlie: contro l’odio, per la libertà”, al Circolo Filologico Milanese. L’evento è stato promosso dal Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, e dalla fondazione New Direction, a un mese dal brutale assassinio di Charlie Kirk.
L’evento consisterà in una maratona oratoria il cui scopo non è soltanto onorare il ricordo della figura di Kirk ma anche e soprattutto quello di riprendere le fila delle sue idee, in un inno alla libertà di espressione e contro l’odio politico. Nel parterre anche quello del direttore di CulturaIdentità, Edoardo Sylos Labini, che aprirà l’incontro con un video introduttivo. Sarà possibile seguire l’evento in diretta sulla pagina Facebook di Carlo Fidanza.
Saranno presenti o interverranno in video da Francesco Borgonovo a Hoara Borselli, da Claudio Brachino a Daniele Capezzone, da Tommaso Cerno a Francesco Del Vigo, da Giordano Bruno Guerri a Francesco Giubilei, da Federico Rampini a Gennaro Sangiuliano a Stefano Zecchi e tanti altri. Le conclusioni saranno affidate al Presidente di New Direction Nicola Procaccini e a un video del Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Ecco in anteprima per i lettori di CulturaIdentità il testo recitato dal direttore Sylos Labini.
10 settembre 2025. Utah Valley University. Un gazebo, due microfoni e migliaia di spettatori per una nuova sessione dei dibattiti nei campus organizzati da Charlie Kirk, 31 anni, giovane influencer, autore di saggistica e volto della nuova generazione MAGA. Poi uno sparo, vile e metodico. Charlie Kirk è stato assassinato così, durante uno di quei confronti che lo avevano reso il volto di una generazione di conservatori pronti a battersi per la difesa del free speech.
Alla Utah University è stato assassinato un martire per la libertà.
«Non importa cosa opponi a questo movimento», diceva: «non importa quanto ignorano, diffamano, calunniano i nostri nomi. Non importa quanto ci cancellano, quanto ci chiamano razzisti o quanto provano a sbattere in galera i nostri candidati».
Subito dopo essersi diplomato, Charlie Kirk ha lavorato senza sosta per costruire un movimento sociale e culturale in grado di spazzare via la narrazione progressista secondo cui i giovani fossero tutti di sinistra. Lo ha fatto mettendo al centro tre valori: la libertà, la fede e l’amore per la propria Patria.
«Cosa significa essere una Nazione?», si chiedeva Kirk. «In inglese è l’unione di “tre P”: il suo popolo, it’s people; i suoi principi, it’s principles; il suo luogo, it’s place. Se si rimuove una delle tre componenti cominci a scomparire. Se si rimuovono due delle tre componenti sei quasi scomparso. Se si rimuovono tutte e tre le componenti non esisti. I globalisti», diceva, «mirano a rimuovere tutte e tre le componenti. Non vogliono che tu viva più nella tua terra, non vogliono che le persone stiano lì e vogliono mutare i principi legati a cosa significhi vivere nella tua terra».
Contro il globalismo, Charlie Kirk ha saputo tenere alta la bandiera dei valori e della civiltà. Lo ha fatto fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo dibattito, fino all’ultimo respiro. Lo ha fatto lasciando dietro di sé semi che oggi germogliano in chi, come noi, rifiuta l’odio e difende la libertà. Nel suo nome, nel nome di Charlie.