“La pioggia nel pineto” in versione schwa

“E piove su* nostr* vóltƏ
silvan, piove su lƏ nostr man*
ignud*,
su* nostrƏ vestiment*
leggierƏ…”

Sotto questo strazio qualcuno avrà riconosciuto i poveri resti martoriati de “La pioggia nel pineto“, immortale capolavoro di Gabriele d’Annunzio scritto per Eleonora Duse nel 1902, sfigurato e reso irriconoscibile dall’uso delle desinenze “inclusive” del “nuovo italiano” sognato dai fanatici del wokeismo.

“Basta maschile sovraesteso!”, lo spiega con ironia il direttore di CulturaIdentità Edoardo Sylos Labini nel suo spazio di stamani a Binario2, su RaiDue, proprio recitando l’ultima strofa. La lingua italiana, con il suo binarismo maschio\femmina, in cui il maschile – che s’è “mangiato” il neutro del latino – si è “sovraesteso” a coprire anche le categorie per l’appunto neutre. Se dico “buongiorno a tutti”, intendo “a tutti e tutte”, ma per brevità uso tranquillamente il maschile senza che le persone di sesso femminile coinvolte nel saluto se n’abbiano a male.

Nel quinto episodio della mia rubrica Politicamente (S)corretto su Binario 2: La pioggia nel pineto di d'Annunzio versione schwa. L'attacco alla lingua è una delle follie dell'ideologia woke. Ne parliamo sul numero di @CulturaIdentita in edicola. pic.twitter.com/hf5iSDW4MM

— edoardo sylos labini (@edosyloslabini) November 29, 2024

Facile da scrivere, un po’ meno da leggere, per nulla da parlare. Come ben mostra lo sketch di Sylos Labini, con i versi dannunziani che diventano un grottesco incrocio fra il dialetto pugliese e la parlata di Cattivik.

Di queste scemità e dei danni che stanno facendo, se ne parla anche approfonditamente sul numero di CulturaIdentità in edicola dal 28 novembre, in un ampio dossier che va dalle radici ideologiche del wokeismo al capitolo della “teoria del gender”, fino alle sue applicazioni pratiche nel campo linguistico, con ricadute che purtroppo non si fermano nel campo del materiale per siparietti comici, ma vanno a minacciare la libertà di espressione di giornalisti, docenti universitari e il diritto degli studenti a ricevere un’educazione in italiano “corrente e corretto”, come si diceva una volta, quando a scuola si impara sul serio qualcosa…

Appuntamento in edicola per il nuovo numero di CulturaIdentità, dunque! Oppure abbonatevi cliccando sul link qui sotto, per ricevere con comodità la vostra copia a casa, insieme alla versione digitale via email.