Il borgo dell’epica fine di Murat, delle tonnare nel Tirreno e della spiritualità popolare
Sospesa tra il blu del Tirreno e il giallo dorato delle sue rocce tufacee, Pizzo è una delle perle più autentiche della Calabria. Affacciata sulla Costa degli Dei, in provincia di Vibo Valentia, questa cittadina di antiche origini conserva un fascino che unisce arte, storia e tradizione marinara. Un luogo dove la bellezza naturale si intreccia alla memoria collettiva, trasformando ogni vicolo in un frammento di racconto mediterraneo.
Pizzo nasce come borgo di pescatori e di commercianti, ma nel corso dei secoli è diventata anche una città di cultura e spiritualità. Le sue stradine tortuose, che scendono ripide verso il mare, raccontano un passato di dominazioni e scambi: dai normanni agli aragonesi, dai Borbone ai francesi. Ancora oggi, passeggiando tra le case color miele e le piccole piazze, si percepisce quell’atmosfera sospesa che appartiene ai luoghi in cui la storia non ha mai smesso di respirare.
Il centro vitale della città è Piazza della Repubblica, ampia terrazza affacciata sul mare, dove si mescolano il profumo del caffè e quello del celebre tartufo di Pizzo. Nato negli anni Cinquanta dall’inventiva di un gelatiere locale, il tartufo – con il suo cuore di cioccolato fondente e il guscio di cacao – è diventato il simbolo gastronomico della città, riconosciuto e tutelato come prodotto De.Co. Ma il gusto, a Pizzo, è solo una delle tante forme attraverso cui si racconta la sua identità.
Il monumento più rappresentativo di Pizzo è senza dubbio il Castello Aragonese, meglio conosciuto come Castello Murat. Costruito nel Quattrocento per volontà di Ferdinando I d’Aragona come baluardo difensivo contro le incursioni saracene, il castello divenne teatro di uno degli episodi più drammatici e seminali del Risorgimento meridionale: la cattura e la fucilazione di Gioacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte.
Era l’ottobre del 1815 quando Murat sbarcò a Pizzo nel tentativo di riconquistare il trono. Tradito e catturato, fu imprigionato nelle segrete del castello e, dopo un processo sommario, condannato a morte. Oggi le celle e il cortile della fortezza ospitano un museo multimediale che ripercorre le ultime ore del sovrano, restituendo al visitatore un frammento intenso della storia europea dell’Ottocento. Le mura, fredde e imponenti, sembrano ancora custodire l’eco dell’ultimo discorso di Murat ai suoi soldati.
Scendendo verso il mare, a breve distanza dal centro storico, si incontra uno dei luoghi più straordinari della Calabria: la Chiesetta di Piedigrotta. Interamente scavata nella roccia tufacea a pochi metri dalla spiaggia, la piccola chiesa è un capolavoro di arte popolare e di devozione.
La leggenda vuole che, nel Seicento, un gruppo di marinai napoletani scampati a un naufragio avesse promesso alla Madonna di costruirle una cappella in suo onore. Da quella promessa nacque la prima grotta, che nei secoli successivi fu ampliata e arricchita da artisti locali come Angelo e Alfonso Barone. Le pareti interne, ornate da decine di statue scolpite nel tufo, raffigurano santi, angeli e scene bibliche: un universo di pietra che si illumina con la luce riflessa dal mare. L’effetto è mistico e surreale insieme, un incontro tra natura e spiritualità che commuove anche il visitatore più distratto.
Il legame della città con il mare si riflette anche nella storia della Tonnara di Pizzo, per secoli fulcro dell’economia locale. Qui, generazioni di tonnaroti hanno praticato la pesca del tonno rosso, seguendo riti e tecniche tramandate da padre in figlio. Oggi la tonnara, restaurata e riconvertita in spazio espositivo, racconta attraverso fotografie, reti e strumenti antichi la cultura del mare e il lavoro di una comunità intera.
Oggi Pizzo è una città viva, che ha saputo valorizzare il proprio patrimonio storico e naturale. Le sue spiagge, tra cui la Marina e Piedigrotta, attraggono visitatori da tutta Europa. Festival culturali, rievocazioni storiche e mostre d’arte animano le serate estive, restituendo alla città il ruolo di protagonista sulla scena culturale calabrese.
In ogni suo angolo, Pizzo racconta una storia di resistenza e di bellezza. Dal Castello Murat alla Chiesetta di Piedigrotta, dalle reti della tonnara alle voci dei pescatori, tutto parla di un legame profondo con la memoria. Quando il sole tramonta sul mare e le campane si confondono con il canto dei gabbiani, la città rivela la sua essenza più vera: quella di un luogo dove il tempo si ferma e la vita conserva il profumo della storia.


















