Castrocielo: dove l’identità resiste

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Una città dalla vivace vita culturale, fra tradizioni artistiche e religiose antichissime

Nel cuore del Lazio meridionale, in quella fascia di terra che prende il nome di Ciociaria – evocazione antica che affonda le radici nei calzari di cuoio, le cioce, simbolo della civiltà contadina e montanara – sorge Castrocielo, piccolo ma fiero baluardo di identità. Qui, dove la pietra racconta ancora storie di fatica, di resistenza e di appartenenza, la cultura non è un orpello da vetrina, ma un’eredità vissuta.

Castrocielo, come gran parte del territorio dell’odierno Lazio meridionale, è storicamente terra di confine. Un tempo spartiacque tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie, poi – con l’Unità d’Italia – zona liminare tra Lazio e Campania, prima appartenente alla provincia di Caserta e successivamente annessa alla neonata provincia di Frosinone. Ma i confini, si sa, non sono solo linee sulle carte geografiche: sono crocevia di potere, teatro di scontri, zone marginali, spesso dimenticate dai centri decisionali e lontane da processi di sviluppo che seguono traiettorie imposte dall’alto. Eppure, è proprio in questa condizione di «periferia» che si è sviluppata un’economia di prossimità e una cultura nata prevalentemente dal basso, che ha contribuito a forgiare un’identità forte e radicata. Un’identità fondata sulle vocazioni del territorio, su piccole economie circolari, sulla memoria collettiva, sul ruolo di chi, a vario titolo, ha dominato o amministrato a livello locale e sulle comunità operose che hanno saputo trasformare l’assenza in possibilità. Ancora oggi, la vita pubblica, economica e culturale si fonda su queste energie locali e su un senso di appartenenza radicato, che continua ad alimentare l’identità del luogo.

Il paesaggio non è solo uno sfondo, ma un elemento costitutivo dell’identità: le campagne, i monti, le antiche vestigia dell’Aquinum romana, della medievale Castrum Coeli e del seicentesco centro storico, raccontano un’Italia profonda, fatta di stratificazioni culturali, di resilienza, di radici. Castrocielo è una terra profondamente legata alla propria storia fatta anche di grandi eventi, al dialetto, ai riti religiosi e alle tradizioni.

Manifestazioni come il Palio delle Contrade, giunto alla sua XXVIII edizione, non sono solo folklore, ma forme di educazione alla memoria, attraverso giochi e rievocazioni della vita contadina. Tra le tradizioni più sentite vi sono la secolare Inchinata del lunedì di Pasquetta, conosciuta come il Bacio delle Madonne, e la Passione Vivente che si approccia alla cinquantesima edizione e che ogni anno trasformano il paese in uno spazio corale dove il sacro si intreccia con la comunità. Accanto a queste, un ricco calendario di eventi gratuiti – concerti, mostre, incontri pubblici, sagre – promosso dall’amministrazione comunale e realizzato grazie all’impegno della Proloco e delle numerose associazioni attive sul territorio, garantisce un processo di democratizzazione della cultura, accessibile a tutti, residenti e visitatori. Un impegno costante che colloca Castrocielo tra i paesi più vivaci e dinamici sul piano culturale del Lazio meridionale.

Ad inserirsi in questa visione c’è anche la Via della Luce, progetto artistico promosso di recente dalla Fondazione Armando Velardo ETS ed il maestro mosaicista Gerardo Della Torre. Mosaici sacri e simbolici, realizzati nel centro storico con il coinvolgimento della comunità, raccontano la tradizione musiva di Aquinum e i valori spirituali più profondi di questo territorio. Oltre a essere arte pubblica e partecipata, la Via della Luce vuole essere anche un attrattore culturale e turistico, capace di raccontare Castrocielo in modo autentico e coinvolgente, senza inseguire narrazioni artificiose o importate, ma valorizzando ciò che è già presente, vivo e profondamente radicato nella storia e nell’anima del paese. Si affianca così alle tradizioni e agli eventi locali, formando un ecosistema culturale coerente e diffuso, dove l’identità non è solo celebrata, ma vissuta giorno per giorno. A testimonianza di questa volontà di valorizzazione e promozione del patrimonio artistico locale, si inserisce anche il Premio Cataldi, quest’anno alla XXI edizione istituito per onorare e riconoscere coloro che hanno portato alto il nome di Castrocielo o che agiscono concretamente per la sua promozione culturale e artistica, rafforzando così il legame tra tradizione e innovazione.

In un tempo in cui molte realtà locali si spengono nel silenzio, Castrocielo resiste. Non perché sia stato aiutato, ma perché ha saputo aiutarsi da sé. È un esempio concreto di come anche un piccolo centro, privo di visibilità nazionale, possa custodire ed esprimere la parte più viva della molteplice identità italiana. Perché se l’Italia ha un cuore profondo, batte proprio in questi luoghi. E Castrocielo è uno di quei cuori: antico, resistente, luminoso. 

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Federica Velardo
Presidente della Fondazione Armando Velardo ETS, collezionista, manager dei beni culturali e progettista in ambito culturale e innovazione, avvocato nella giurisdizione inglese specializzata in diritto dell’arte, commerciale, societario e M&A. Laureata in Studi Giuridici presso la London South Bank University di Londra, successivamente ha conseguito un PLC (master di secondo livello) in professioni forensi presso la University of Westminster di Londra, un Master in Politica e Amministrazione delle Arti e Beni culturali presso la Birkbeck University di Londra, ed un Diploma in Diritto dell’ Arte presso il Sotheby’s Institute of Art.

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