Un libro che intreccia storia, immaginazione e attualità: Dialoghi con Cicerone – Oltre i confini della storia
Cosa accadrebbe se Marco Tullio Cicerone tornasse tra noi, per riflettere sul destino della Repubblica, sulle inquietudini del potere, sui dilemmi della giustizia? Se lo sono chiesto Gianfranco Blasi e Aldo Noviello, autori del recente Dialoghi con Cicerone – Oltre i confini della storia, pubblicato da Il Segno (2025). Un saggio fuori dagli schemi, che fonde narrazione, filosofia, indagine psicologica e analisi politica.
Al centro del volume c’è l’idea, ardita ma affascinante, di far dialogare Cicerone con Tito Pomponio Attico – e poi, direttamente, con lo stesso Blasi – in un viaggio che abbraccia il I secolo a.C. e si spinge fino al nostro presente. Un viaggio che attraversa il tempo per interrogare temi eterni: libertà, potere, destino, verità.
Il primo Dialogo da voce a un fitto scambio tra Cicerone (nelle parole di Noviello) e l’amico Attico (interpretato da Blasi), ambientato a Formia, nel crepuscolo dell’età repubblicana. Sono pagine di grande suggestione, dove la ricostruzione storica si intreccia con riflessioni morali e politiche dal sapore classico ma con forti risonanze contemporanee.

Il dialogo, ispirato al Somnium Scipionis e a certa tradizione filosofica latina, si fa poi ancora più audace: Blasi, come se stesso, incontra Cicerone nella Roma dei nostri giorni. Si confrontano su giustizia e democrazia, intelligenza artificiale e crisi della rappresentanza, guerre moderne, intelligenza artificiale e umanesimo. Il tutto con uno stile denso, colto, ma accessibile. E ricco di riferimenti – da Platone a Sant’Agostino, da Shakespeare a Heidegger, da Leopardi fino al Piccolo Principe.
Il risultato? Un testo ibrido, difficile da incasellare. Non è solo un libro di storia, né un esercizio di erudizione: è piuttosto un’opera che interroga il presente attraverso la lente della classicità. Che prova a restituire al pensiero – e al lettore – una bussola per orientarsi nel caos del mondo.
A rendere tutto più interessante è la sinergia tra gli autori. Gianfranco Blasi, lucano, già politico e oggi animatore culturale, poeta e saggista, firma qui uno dei suoi lavori più maturi e ambiziosi. Aldo Noviello, sociologo ed esperto di psicologia, dà al personaggio di Cicerone una profondità interiore rara, interpretandolo come un uomo diviso tra dovere e solitudine, tra ideali e compromessi.
A completare il quadro, la prefazione del presidente dell’Accademia Tiberina Lucana, Nicola Pascale, e il contributo del giurista ungherese Gábor Hamza, che sottolinea la straordinaria attualità della visione politica ciceroniana: dalla condanna dell’autocrazia al valore della costituzione mista, dalla difesa della proprietà privata all’idea di libertas come fondamento della vita civile.
Non manca un legame, tutto da riscoprire, con la Basilicata: secondo diverse fonti, Cicerone soggiornò più volte in quelle terre, da Velia ad Atena Lucana, lasciando tracce nei nomi e nei luoghi. Un altro segno di quanto il suo pensiero possa essere al tempo stesso universale e radicato. Nel tempo della comunicazione liquida e della politica-spettacolo, Dialoghi con Cicerone è un atto controcorrente. Un libro che invita a pensare. A interrogarsi. A tornare ai classici non per nostalgia, ma per necessità.
Perché, come scrivono gli autori, i miti sono tali proprio perché continuano a parlare. E Cicerone, ancora oggi, ha qualcosa da dirci.