Alta Val Tidone

Alta Val Tidone

Alta Val Tidone, un comune diffuso fra storia e fede

Natura, castelli e santuari, ma anche arte Novecento in una valle di passaggio

Il comune di Alta Val Tidone in provincia di Piacenza (Emilia Romagna) è nato dalla fusione di Caminata, Nibbiano e Pecorara e annovera millenni di storia che spaziano dalle origini primitive ai popoli gallici, dai romani ai giorni nostri. L’Alta Val Tidone è da sempre terra di confine, posta all’estremo lembo occidentale dell’Emilia Romagna, contigua alla Lombardia e prima anche allo sStato sabaudo, terra di contrabbandieri, terra di passaggio verso la Liguria, solcata dalla Via Francigena di Montagna, dalla Via degli Abati e da altri percorsi tracciati per valicare gli Appennini, in direzione del mare e dell’Italia centrale.

La valle è legata al culto di San Colombano e alla devozione della Madonna, mentre cippi e lapidi ricordano, in diversi punti dell’Alta Val Tidone, gli episodi drammatici legati alle conseguenze del secondo conflitto mondiale ed alla guerra di liberazione. L’antico toponimo di Caminata, borgo fortificato, è San Sinforiano, denominazione mantenuta sino al XV secolo, mentre il nome odierno deriva dai numerosi camminamenti sotterranei, strade strette  e case-torri che caratterizzano l’aspetto del paese. Caminata conosce l’appartenenza al  Monastero di San Colombano, i Longobardi, il cosiddetto “Stato Vermesco”, il dominio dei Farnese, il Regno di Sardegna, la rivolta popolare contro il regime napoleonico.

Fra le sue bellezze architettoniche, la settecentesca chiesa a croce greca, progettata dall’architetto Paolo Pittaluga, dedicata ai santi Timoteo e Sinforiano, monumento nazionale. Illustre cittadino di Caminata è Aldo Greco Bergamaschi, memoria di Caminata e dell’Alta è Val Tidone, che condivise la prigionia in Germania con Giovannino Guareschi: profondo conoscitore di San Colombano e del monastero di Bobbio, fondatore del GREAS (Gruppo Emilio Nasalli Rocca per le ricerche etnografiche, archeologiche e storiche), autore di molteplici. Più vasto il territorio occupato da Nibbiano, protagonista negli anni Venti di una sommossa popolare: Trebecco e Caminata vengono dislocati nel 1923, dalla provincia di Pavia a Piacenza. Le popolazioni di quei borghi fanno nel dicembre 1924 una vera e propria marcia su Bobbio per rimanere in territorio pavese a cui segue una violenta  ribellione che farà fuggire il podestà.

Nella chiesa di San Giacomo, che preserva quasi intatta la bellezza dell’altare seicentesco, è venerata dal 1867 la statua lignea della Madonna del Colera, che risparmiò miracolosamente Trebecco dall’epidemia dilagante nei borghi vicini. Nibbiano conserva quasi intatta la sua fisionomia medievale che però conserva anche pregevoli affreschi Novecento, nella volta della chiesa di S. Pietro, opera del senese Umberto Giunti, e il municipio in stile littorio. Anche la diga che crea il lago di Trebecco è un capolavoro d’architettura Novecento.

Il territorio è costellato di castelli costruiti dopo il Mille: Carreggio, Castelletto Cigala, Corticelli, Torre Gandini, Stadera e Sala Mandelli… A Trevozzo,nella chiesa dell’Assunta, un capolavoro del Barocco, è conservato l’organo del convento di Santa Maria degli Angeli, a Busseto, su cui aveva suonato da giovane Giuseppe Verdi. C’è poi Pecorara, patria del cardinale Giacomo Da Pecorara, vissuto tra il 1100 e il 1200, definito da Pio XI, nel 1935, “uno dei più grandi cardinali della Chiesa Romana” per la sua ottima influenza sul pontificato di Gregorio X, uno dei migliori di quel periodo. E ancora Cicogni e poi la piccola frazione di Lazzarello una gemma incastonata tra i boschi, il Santuario della Madonna della Torrazza, che guarda la valle da uno sperone di roccia, come la prua di una nave. [Alberto Lancia]