Aquino

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L’antica Aquino tra corsi d’acqua e grandi poeti

Il neo sindaco Tomassi vuole rilanciare la cittadina ciociara dalle sue profonde radici culturali

La città di Aquinum fu fondata nel IV secolo a.C dai Romani su un preesistente insediamento Volsco, che si ritiene collocato sul monte Asprano. La colonia romana si sviluppò nel pianoro sottostante, oggi per la maggior parte in territorio che ricade nel Comune di Castrocielo. La città fu progettata secondo lo schema dell’accampamento romano, ovvero un decumano maggiore, coincidente con il tracciato della Via Latina (III secolo a C.) direzione est-ovest, all’interno le insule con i suoi ricchi edifici pubblici e privati. La Porta Romana ad est e la Porta Capuana ad ovest erano perfettamente orientate, cosicché nell’equinozio di primavera e di autunno il sole tramontava perfettamente nel fornice delle stesse. La porta romana fu distrutta dai Longobardi nel 580 d. C, mentre è rimasta praticamente intatta Porta Capuana e in occasione degli equinozi è possibile assistere a tale spettacolare fenomeno del sole che illumina il fornice.
Nel periodo imperiale, soprattutto dopo la distruzione della vicina Fregellae (125 a.C.), divenne un centro molto importante, tanto che raggiunse una popolazione di circa 40.000 abitanti.

La ragione del suo sviluppo è da attribuirsi alla posizione geografica, ovvero all’essere lungo l’asse di collegamento di Roma e con la Campania Felix. In particolare deve la sua fortuna all’abbondanza delle acque che sorgevano nel territorio circostante, da cui deriva il toponimo. Sul lato nord-est della città una profonda depressione dava vita ad un lago di grandi dimensioni, alle cui sorgenti principali fu edificato un tempio alla dea Mefite. Il cosiddetto Lago Maggiore aveva proprio al disotto della via Latina un importante porto che era collegato con il porto di Minturnae, dal quale, grazie al percorso fluviale Liri-Garigliano, si raggiungevano i porti delle maggiori città del Mediterraneo. La felice posizione ha permesso all’antica città di Aquinum di sviluppare un’intensa attività commerciale non solo di derrate alimentari come grano, olio e vino, ma anche di prodotti artigianali, in particolare la famosa porpora aquinate. Alcuni resti archeologici venuti alla luce proprio all’ingresso del Museo della Città sono, molto probabilmente, resti di fulloniche, considerata la vicinanza del corso d’acqua.

Il lago fu prosciugato alla fine del 1600 dal duca Boncompagni per renderlo terreno agricolo di notevole produttività, dando alla popolazione risorse necessarie alla sopravvivenza. Oggi tristemente abbandonato, il neo sindaco Fausto Tomassi auspica che torni alla sua antica origine per ridare non solo alla città di Aquino, ma a tutto il territorio, una rinnovata vitalità sociale, economica, energetica e turistica, nonché una enorme riserva di acqua alimentata dalle sorgenti locali e da quelle della vicina Capod’acqua di Castrocielo.
I recenti scavi archeologici, condotti dall’Università del Salento, hanno portato alla luce un grande centro termale, nonché il recupero del teatro che poteva accogliere circa 3.000 spettatori; mentre, l’anfiteatro tranciato dall’autostrada del Sole negli anni ’60, ne poteva ospitare fino a 20.000. Importanti testimonianze della sua grandezza sono i monumenti che si possono ammirare nel suo territorio a partire dall’Arco di Marcantonio (I secolo a. C.), la chiesa della Madonna della Libera sorta sui resti dell’antico tempio ad Ercole Liberatore, riedificata dalle prozie di S. Tommaso d’Aquino nel 1125.

La cultura annovera grandi personaggi dal satirico Giovenale, al poeta di scuola siciliana Rinaldo d’Aquino fino al grande teologo Tommaso d’Aquino di cui, nei prossimi anni 2024 e 2025, si celebrano il 750° anno della morte e l’ottavo centenario della nascita. Sul nostro passato e sulla memoria di esso deve fondarsi la prospettiva profetica per un futuro migliore!

Gianni D’Orefice