L’elegante Biella è pronta a ripartire dal tessile
L’assessore Zappalà: contro la concorrenza puntiamo su attenzione ecologica e lusso
Come una nobildonna nel suo giardino, Biella fa mostra di sé in una cornice naturale invidiabile. Pochi luoghi in Italia vantano una varietà di caratteri naturali, storici e produttivi al pari dell’antica Bugella, ancora oggi signora indiscussa del tessile nazionale. Luogo simbolo di un’operosità tutta italiana, Biella conserva orgogliose tradizioni che resistono nel tempo, e che oggi le fanno guadagnare un posto fra le Città Identitarie. E’ tutta italiana l’eleganza delle silenziose “coste”, fiancheggiate da antiche ville, che salgono all’austero ed affascinante Piazzo medievale, cuore storico della città, così come italianissima è la devozione dei fedeli che si dirigono al Santuario Mariano di Oropa. Che si percorra il centro per uno shopping di qualità, o si ammiri il suggestivo Battistero romanico, o ancora ci si lasci inebriare dal profumo della storica birra Menabrea, magari accompagnata da una fetta di ottima Toma di Maccagno, Biella riserva soddisfazioni per tutti, ma il suo nome rimane saldamente legato a un’industria tessile dalla storia luminosa, che solo ultimamente ha conosciuto una fase di declino, causa la concorrenza dei tessuti artificiali di produzione orientale. Tuttavia la voglia di ritornare sulla cresta dell’onda è tanta, e la prospettiva non manca. Ne è certo l’Assessore ai Lavori Pubblici e all’Ambiente Davide Zappalà, convinto dell’immenso potenziale che l’industria tessile può riservare per l’immediato futuro. “Il tessile è per noi elemento identitario – afferma l’assessore. – La concorrenza asiatica ha causato problemi, ma oggi nuovi elementi concorrono al rilancio. Partiamo da una posizione di forza: dei tessuti prodotti a livello mondiale, l’1% è dato dalla lana (di cui il 10% prodotto nel solo indotto biellese, che conta 20mila posti di lavoro), il 34% dal cotone e il 65% da prodotti artificiali. Questi ultimi, tuttavia, presentano elevati costi in termini di impatto ambientale e smaltimento. Una rinnovata attenzione ecologica, che oggi riguarda per lo più la produzione di lusso, deve essere il nostro punto di ripartenza, ed è un concetto che va esteso a tutto il settore. Ecosostenibilità sarà la parola d’ordine, e certificazioni ecologiche e sociali saranno il distintivo di una produzione che rispetta ambiente e persone. Se poi il governo pensasse a un “dazio di civiltà”, come suggerito anche da Giorgia Meloni, da applicarsi all’import dei prodotti a basso costo che non rispettano standard minimi di sostenibilità ambientale, sarebbe una grande tutela”.
Anche la viabilità biellese guarda al futuro. “Spesso penalizzata da eccessivo isolamento viario, Biella vede oggi nella nuova tratta Masserano-Ghemme l’embrione di una nuova “autostrada del Nord” – sostiene ancora l’assessore, – mentre l’elettrificazione della linea ferroviaria Biella-Santhià potenzia finalmente i collegamenti con Torino e Milano”.
Biella, piccolo gioiello piemontese dal cuore identitario, è dunque pronta a riprendere il posto che le spetta nel panorama produttivo italiano.
Dario Noascone