Campofelice di Roccella

Campofelice di Roccella

Sulla Torre dei secoli a Campofelice di Roccella

Già nell’827 gli arabi arrivarono nella città fondata poi da don Gaspare La Grutta Guccio


Campofelice di Roccella è un comune del palermitano il cui toponimo deriverebbe, nella prima parte, da “campo” e “felice”, ad indicare l’amenità del luogo, nella seconda, invece, o da un mastio diroccato, detto “Roccella a Torre”, o dal torrente omonimo. La sua nascita, come casale di Roccella, si lega al principe don Gaspare La Grutta Guccio che lo fondò, con licentia populandi, su uno dei suoi possedimenti dove fece costruire case, botteghe, una fonte e una chiesa dedicata a Santa Rosalia. I primi riferimenti al territorio e al castello si hanno grazie a delle cronache musulmane che raccontano che, il 14 giugno 827, l’armata araba, dopo essere sbarcata a Mazara, aver risalito la vallata del Belìce e fronteggiato l’esercito bizantino, iniziò la sua conquista segnalando, appunto, l’attacco a un maniero indicato come Qasr al Gadid o Qasr al-Hadid, cioè il “Castello di Ferro”. Lo storico e medievalista francese Henri Bresc ha identificato il Qasr proprio con il castello di Roccella, poco distante dalla città di Cefalù che gli arabi avevano conquistato nello stesso anno. Diverse furono le dominazioni, come in tutta l’isola, e a succedersi gli svevi, i normanni, gli angioini e gli aragonesi, attratti sicuramente dalla sua invidiabile posizione strategica e dalla fertilità del suolo. La sua Torre, necessaria per l’avvistamento dei nemici, fu ristrutturata dalla famiglia Ventimiglia, a cui seguì quella degli Alliata, che ne rimase proprietaria fino al 1607, quando perse il feudo a favore del principe di Furnari, Antonio Marziani. Gli eredi di quest’ultimo lo mantennero fino al 1883 quando Emanuela, ultima dei Furnari, la divise tra Pietro Notarbartolo duca di Villarosa, Costanza Notarbartolo baronessa di San Giuliano ed Emanuela Notarbartolo principessa di Monforte. Una curiosità inerente il casale è quella di essere stato citato in un componimento di un noto trovatore provenzale, Rambaldo di Vaqueiras che, rivolto a Bonifacio del Monferrato, della cui corte faceva parte, ricordava la spedizione in Sicilia realizzata per volontà di Enrico IV a cui aveva partecipato assieme al suo Signore. Tra i centri che lui cita, oltre a Randazzo, Paternò, Termini, Lentini, Aidone, Piazza, Palermo e Caltagirone, compare Roccella. Una descrizione dettagliata del sito è presente nell’opera letteraria del geografo di corte Al-Idrisi che così scrive: “a dodici miglia dalla detta fortezza (Brucato) è Sahrat Hadid (“la rupe di ferro”); un’altra, ancora, appartiene al Nicotra che, così, lo definì: “Questo comune è di origine antica, se non greca o romana, essa è certamente araba. Conosciuto presso gli storici ed i geografi sotto il nome di Roccella e sorgeva l’abitato sulla spiaggia del Tirreno, alla distanza di 500 metri circa dall’attuale abitato, accanto ad un Castello di cui fa menzione in Edrisi”. Sicilia, un’isola tutta da scoprire.
Giusi Patti