Chioggia

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Chioggia, sfuggevole e seducente meta lagunare

“Candidata Città veneta della cultura 2023” dice con orgoglio l’ass. Elena Zennaro

Una terra dove s’incontrano flussi acquei e di terraferma, una città fatta di ponti che uniscono culture e che rivendica la sua identità per uscire dal vortice veneziocentrico. Chioggia è un’isola ma si raggiunge comodamente con l’auto, eppure non la si conquista così facilmente: essa si nasconde sotto il suo velo di mistero, per rivelarsi attraverso profili in continuo divenire, percorsi che s’intrecciano tra loro generando la città. Basta uno sguardo alla geometria urbana per sviscerarne l’antica origine etrusco-romana, un allineamento perfetto che culmina nella splendida piazza Vigo, aperta sulla Laguna in dialogo con la più antica fortezza della Serenissima Repubblica fondata nel 1385: il forte San Felice. Qui il passato è in dialogo con il destino di queste terre: il ciclopico Murazzo settecentesco dello Zendrini e le paratoie del Mose pronte a contrastare la furia dell’Adriatico; è qui che Chioggia rivela tutta la fragilità di un ecosistema che per secoli si è fatto scudo con le acque, che ora rivendicano il dominio sull’uomo. Questa rivalità ha generato una fortissima devozione popolare; la città è costellata da mille ex voto e a vigilare sulla laguna vi sono le Madonne d’acqua: Vergini poste sui vertici delle brìcole, solitarie e silenziose protettrici dei pescatori, oggi meta di suggestivi percorsi in kayak per esplorarne le meraviglie. Ne scaturiscono canti popolari e tradizionali pellegrinaggi acquei, ma il vero simbolo di questa città è il Crocefisso pescato dal mare e venerato nel Santuario di San Domenico, indelebilmente impresso nelle vele dei bragossi. Nelle pagine della storia, Chioggia è stata capitale del Sale nel Medioevo: il prezioso Sal Clugiae rivestiva un ruolo fondamentale nella politica e nei commerci, capace di tenere in scacco la Repubblica di Venezia e principale causa della Guerra di Chioggia. Il tempo è scandito dai rintocchi dell’orologio da torre più antico del mondo, conservato nel campanile di Sant’Andrea, antica vedetta del sistema difensivo lagunare. Chioggia si apre come museo a cielo aperto della sua storia, ma è anche gelosa custode dell’arte marinaresca che l’ha portata a diventare prima flotta peschereccia d’Italia. Una città fatta di suoni, dal brusio del mercato del pesce alle chiacchere sotto i portici, dove la vita è scandita dal suono delle tante campane, mentre il tempo si è fermato e vanitosa si specchia a testa in giù tra i canali; una bellezza decadente che trasuda dai muri scrostati dalla salsedine di antiche case colorate. Vivere Chioggia è un’esperienza che seduce e coinvolge tutti i sensi, un patrimonio ricco di tradizioni narrate attraverso la cantilena del dialetto e si può gustare nel contrastante sapore di sarde in saòre e radicchio.
Alessia Boscolo Nata

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