Chiusa Sclafani, il nobile paese dei ciliegi
Nell’affascinante borgo ci sono bellissime chiese ed un forte legame con famiglie aristocratiche
Chiusa Sclafani è un suggestivo borgo medievale che, situato nel cuore dell’entroterra siculo, deve il suo nome al Barone Giovanni Antonio Sclafani e alla “chiusa” del castello, di cui fu ideatore, in cui allevava cavalli. Il figlio Matteo, che gli succedette nel 1320, continuò la costruzione del maniero intorno al quale cominciarono a sorgere le prime case dei vassalli, che costituirono il primo nucleo abitato. Nel 1887, però, la scoperta, in località «Chiusa la vecchia», di una necropoli bizantina aprì nuovi orizzonti sulla sua origine. La sua storia, legata a quella delle famiglie nobili che la possedettero, come i Peralta, i Cordona, i Gioeni, i Colonna e i già citati Sclafani, è testimoniata dalle sue tante chiese, veri e propri gioielli di inestimabile valore. Partiamo, in questo nostro viaggio di scoperta, dalla Chiesa di San Sebastiano che, edificata dal sacerdote Paolo Paternostro tra il 1623 e il 1627, per molti anni fu il Pantheon della famiglia del Principe Marco Antonio Colonna. Qui, infatti, riposano le spoglie della moglie, Donna Isabella Gioeni Colonna. Nel visitarla si resta colpiti dalla semplicità della facciata a cui si contrappone una navata interna che è un merletto di stucchi, intarsi e affreschi, realizzati da Vincenzo Messina, seguace e collaboratore di Giacomo Serpotta. Altri luoghi di culto degni di nota sono: il Monastero di San Leonardo che, parte integrante del convento dei Padri Olivetani e posto sul colle dominante il paese, è costituito da tre grandi ali attorno ad un cortile triangolare di stile rinascimentale, che ha al suo interno l’Hortus Cerasi; la Chiesa Madre, dedicata San Nicola di Bari; la Chiesa di Sant’ Antonio Abate, che conserva stucchi e pitture di fine 700; la Chiesa di Santa Caterina, dove si trovano il dipinto “La Madonna del Rosario”, un’acquasantiera del 1500,decorata con un rilievo di Santa Caterina, e due altari in alabastro del XVII sec.; la Chiesa di Santa Maria Assunta, dalla facciata barocca, e il Monastero della SS. Annunziata o Badia che, acquisito dal comune negli anni ‘90, è stato oggetto di un’importante opera di restauro. Si può affermare, senza timore di essere smentiti, che le più belle opere d’arte di Chiusa Sclafani si trovino proprio all’interno delle sue chiese, tappe nevralgiche dei circuiti culturali del Museo Diffuso dell’Alto Belice Corleonese. Passando dal sacro al profano, questo Borgo è noto, anche, come il “Paese dei ciliegi”, in siciliano cirase, che, in primavera, regalano al viaggiatore una bianca e incantata vallata grazie alla copiosa fioritura. Lo stesso Pitrè nel descrivere Chiusa Sclafani disse: “nel paese si coltivano delle ciliegie davvero saporite, che vengono mangiate nel periodo di festa”.
Giusi Patti