Vibo Valentia

Vibo Valentia

Da Hipponion al Novecento, Vibo Valentia una città che custodisce i tesori della storia

“La nostra Calabria” è il titolo della VI edizione della kermesse che si svolgerà il 2 e 3 agosto

Ubicata al centro della Calabria, a poca distanza dal mare, Vibo Valentia è situata su una verde collina, che si innalza dalla pianura di S. Eufemia e si allarga verso Sud-Ovest nel vasto e fertile altopiano del Poro, degradando a Sud nella piana di Gioia Tauro e ad Est nella suggestiva vallata del Mesima, un piccolo fiume che la unisce alle montagne delle Serre. Ai piedi di essa, sul mare, c’è Vibo Marina, dotata di un porto turistico-commerciale e di candide spiagge. Questa felice posizione ha reso la città un centro importante sotto tutti gli aspetti fin dai tempi più remoti. L’origine della città di Vibo Valentia si perde nel buio dei millenni come quella di ogni città le cui origini sono antichissime. Alla fine del VI sec. a. C. i Locresi fondarono la città greca. Tra il VI e il V sec. a.C. la città costituì una solida fortezza della potenza dorica in Italia, e la sua storia si fuse con quella di Locri, che era giunta al massimo splendore. Risale a quell’epoca la costruzione o l’ampliamento delle poderose mura, che la recintavano. Strabone dice che i Romani sottrassero Hipponion ai Bruzi intorno al 275 a.C. Nel 194 a. C. in Hipponion venne fondata una colonia di diritto latino col nome di Valentia unito a quello di Veip latinizzato in Vibo, divenendo poi municipio romano, col doppio nome di Vibo Valentia. Gli scavi archeologici documentano come durante l’età imperiale la città sia andata acquistando sempre maggiore importanza e ricchezza. Sono venuti alla luce numerosi resti di ville patrizie che indicano senza ombra di dubbio che Valentia era diventato il centro vitale ed attivo di un importante e prospero circondario. Il suo porto, dal quale partivano i prodotti locali e nel quale arrivavano i prodotti di importazione, era l’unico scalo tra Napoli e la Sicilia. Con il declinare dell’Impero e l’avvento del Cristianesimo comincia anche la decadenza della città il cui nome romano, Valentia, scompare per lasciare il posto a Vibona la cui storia possiamo conoscere dalle poche notizie tramandateci dagli atti cristiani dei Pontefici e dai Concili. Nel 451, per la prima volta negli atti della Chiesa, si ha notizia dell’esistenza di un vescovato a Vibona. Nel V secolo e nella prima metà del VI, Vibona subì diverse incursioni di barbari. Conquistata nel 536 da Belisario, fu, da allora in poi, sotto il dominio bizantino, salvo forse qualche breve parentesi. Venne in seguito più volte aggredita e saccheggiata dai Saraceni: una prima volta nell’850, poi ancora nel 915 finché nel 983 venne definitivamente distrutta. Dovranno passare oltre due secoli prima della sua rinascita, ma ciò avverrà con un nome nuovo: Monteleone. Nell’XI secolo la troviamo sotto il dominio Normanno, ma un decisivo impulso alla rinascita della antica Vibo Valentia lo diede Federico II, lo “stupor mundi”, che diede incarico a Marco Faba o Marcofava di costruire o aggiungere, nuovi bastioni e di favorire lo sviluppo del borgo concedendo, a chi li si trasferiva, immunità e privilegi. Nel Regesto di Federico II del 16 dicembre 1239 compare il nuovo nome di quella che oramai è a tutti gli effetti una cittadina: Monsleo. Esso deriverebbe secondo alcuni dal suo aspetto simile ad un leone poggiato su un monte, secondo altri dall’insegna dei Normanni, secondo altri ancora gli sarebbe stato dato dallo stesso Marco Faba. La città andò sempre più ingrandendosi e popolandosi, anche per la presenza degli ebrei che importarono diverse produzioni e favorirono il commercio. Il 19 gennaio 1928, come molte altre città dell’Italia meridionale, riassunse l’antico nome latino di Vibo Valentia, in omaggio alla politica fascista di romanizzazione dell’Italia. La storia e l’archeologia di questa splendida città sono oggi custodite all’interno del Museo archeologico nazionale, istituito nel 1969 e intitolato al conte Vito Capialbi, erudito del luogo animato da spirito antiquario che per primo raccolse e custodì le testimonianze della vita della città, ricostruendone la storia dalla fondazione della colonia locrese di Hipponion alla costituzione della colonia romana di Valentia.
Ospitato inizialmente nell’antico Palazzo Gagliardi, dal 1995 il Museo ha sede nel Castello Normanno-Svevo della città che, nella sua struttura originaria e più antica, risale all’epoca di Federico II.
In questa splendida cornice storica e paesaggistica si svolgerà tra il 2 ed il 3 agosto la VI edizione del Festival di CulturaIdentità. Due giornate che mirerannono alla promozione turistica culturale delle identità calabresi, delle radici storiche della città di Vibo e dei suoi legami con il territorio e i marchi del made in Italy con tre Premi consegnati a tre personalità che con la loro attività hanno fatto conoscere la regione a livello nazionale.
Mariangela Preta