Furci Siculo, quell’incantevole angolo di Sicilia
La collina e il mare regalano alla cittadina in provincia di Messina un fascino particolare
La Sicilia è un’isola che è frutto di una storia importante, fatta di innumerevoli conquiste le cui stratificazioni sono visibili a occhio nudo, che affonda le sue radici nelle tante leggende, che l’hanno eletta a protagonista assoluta, ma che, soprattutto, è una miniera di “preziosi” che vede, sempre più, le mete note affiancate da altre di uguale bellezza, che stanno acquistando un meritato posto al sole. Ecco spiegata la nostra passeggiata che va alla scoperta di un suggestivo paese, da intendere nella sua accezione più bella, quella di comunità identitaria grazie al forte legame col suo territorio, il cui nome, Furci Siculo, ha una etimologia curiosa che andiamo ad indagare. Secondo alcuni studiosi deriverebbe dal fatto che un tempo si sarebbe chiamato “Quartiere di Furchi” per la presenza di due forche utilizzate per le esecuzioni pubbliche; secondo altri, invece, la sua toponomastica avrebbe origine dal greco-bizantino “Four-chion”, indicante la sua posizione tra due fiumare. Questo territorio, dalle origini molto antiche, è stato meta di scavi archeologici che, in Contrada Grotte, riportando nel presente importanti reperti di epoca pre-cristiana, hanno permesso di ricostruirne la storia e conoscerne i primi abitanti che furono i Fenici e i Siculi. Maggiori informazioni si hanno sulla colonizzazione greca, a cui accenniamo solamente, che avvenne nello stesso periodo della fondazione di Naxos, oggi Giardini Naxos, e Zancle, l’attuale Messina. La nascita del vero e proprio comune di Furci Siculo, casale di Savoca fin dai tempi di Ruggero il Normanno, entrata a metà 800 nei confini amministrativi di Santa Teresa di Riva, avvenne, però, solo nel 1919. La sua straordinarietà sta in due elementi, la collina e il mare, che gli donano un fascino davvero unico. Questo incantevole scorcio di Sicilia ha la peculiarità di non guardare inerte al suo passato, ma di avere una visione chiara del futuro e del suo essere attrattivo grazie alla spiaggia, posta tra i torrenti Savoca e Pagliara; al suo centro storico, che vanta la monumentale Chiesa Matrice di Maria Santissima del Rosario, in stile gotico e tra le più scenografiche della costa messinese; al Museo del Mare, della Pesca e delle Tradizioni Marinare, che vuole trasmettere alle nuove generazioni l’importanza di un lavoro, quello del pescatore, così faticoso e, allo stesso tempo, appassionante per il colloquio continuo con il Mare spesso “Nostrum” e a volte, purtroppo, “Monstrum”. Concludiamo con Manlio Sgalambro che, a proposito della sua appartenenza alla Trinacria, disse: “Io sono io e la Sicilia. Non posso ignorarlo o escluderlo, sarei colpevole di un’astrazione malfatta”.
Giusi Patti